larussiano
s. m. e agg. Sostenitore di Ignazio La Russa, ministro della Difesa; tipico di Ignazio La Russa. ◆ In Berluscomic di Mario Verger, «‘Gnaziu», come lo chiama Fiorello che ha lanciato il tormentone larussiano del «digiamolo», figura come un simpatico diavolo che all’inferno mette il Cavaliere dentro un pentolone. Poi però arriva [Gianfranco] Fini e lo salva. (Filippo Ceccarelli, Stampa, 20 gennaio 2003, p. 6, Interno) • Nei prossimi giorni i larussiani doc si incontreranno per affilare le armi, in vista della direzione nazionale del 28. Ieri, la segreteria cittadina in via Mancini, quella che nei prossimi giorni dovrebbe diventare anche l’ufficio della nuova coordinatrice lombarda di An, era deserta. (Andrea Montanari, Repubblica, 21 luglio 2005, Milano, p. III) • [Barbara] Ciabò e [Daniela] Santanchè, poi, appartengono proprio alla sua scuderia, all’ala larussiana del partito, che in Lombardia detta legge da almeno vent’anni. (Gianluca Roselli, Libero, 2 dicembre 2007, p. 6, Primo piano).
Derivato dal nome proprio (Ignazio) La Russa con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.
Già attestato nel Corriere della sera del 12 aprile 1996, p. 47, Cronaca di Milano (Venanzio Postiglione e Gianna Fregonara), usato come s. m.