Lautverschiebung
‹làutferšiibuṅ› s. f., ted. [comp. di Laut «suono» e Verschiebung «spostamento»]. – In linguistica, alterazione di pronuncia che tocca sistematicamente intere classi di articolazioni (per es. tutte le consonanti sorde, tutte le consonanti sonore, ecc., salvo eventualmente quelle che si trovino in particolari posizioni). Il termine, variamente tradotto in italiano (mutazione, o rotazione, consonantica), è stato introdotto dai comparatisti tedeschi della prima metà del secolo 19° per indicare: a) i mutamenti sistematici che il consonantismo delle lingue germaniche presenta rispetto a quello delle altre lingue indoeuropee (per es., le spiranti sorde f, tħ, h con cui le lingue germaniche rispondono per lo più alle occlusive sorde p, t, k, greche, latine e sanscrite, ciò che costituisce la 1a Lautverschiebung); b) quegli altri mutamenti che il consonantismo del tedesco meridionale presenta rispetto a quello del germanico più antico (2a L.); ma la concezione che si ha oggi dei due fenomeni diverge per molti aspetti da quella dominante nel sec. 19°.