lavorare
v. intr. e tr. [lat. labōrare, der. di labor -oris «fatica, lavoro»] (io lavóro, ecc.; aus. avere). – 1. intr. a. Operare, impiegando le risorse fisiche o mentali, nell’esercizio di un mestiere, di una professione, di un’arte: ho lavorato fino a tarda notte; deve l. per vivere; è un fannullone che non ha voglia di l.; fam., scherz., l. per la gloria, senza adeguato compenso; scherz., l. per la fabbrica dell’appetito, per poter mangiare; chi non lavora non mangia o non mangi, frase di origine evangelica (cfr. s. Paolo, nella 2a lettera ai Tessalonicesi : «Si qui non vult operari, nec manducet»), ripetuta proverbialmente o come rimprovero; l. bene, male, coscienziosamente, in fretta, come viene viene; l. giorno e notte, l. come un negro, come un dannato; nella sua fabbrica fa l. trecento operai, impiega nel lavoro; è un direttore che fa l. i suoi sottoposti, esige che siano attivi, che non perdano tempo. Con accezioni più partic.: l. a distanza, si intende genericam. a casa propria, nella forma del lavoro a distanza (cfr. lavoro, nel sign. 1d); l. a giornata, a cottimo, a progetto, prestare la propria opera per un periodo limitato o uno scopo prestabilito; l. full time, part time (v. full time, part time); l. in nero, senza le condizioni e i contributi fiscali, assicurativi, assistenziali e pensionistici previsti dalla legge. b. Determinando il genere dell’occupazione: l. da fabbro, da falegname, da muratore; l. in banca, in uno studio medico, da un avvocato, per un’azienda di telefonia, presso una ditta di elettrodomestici, con un’associazione culturale, su un progetto di ricerca; l. in Internet, nel campo dell’informatica; l. in tessuti, in lana, in ferramenta, in liquori, ecc., essere nell’industria o nel commercio di questi generi; o la natura dell’opera: l. a maglia, l. d’intaglio, di rilievo, l. in oro, in avorio, ecc.; l. di fino, fare lavori fini (spec. lavori femminili, come ricamo e sim.); fig., l. di fino o di fine, procedere con astuzia a proprio vantaggio; l. di cesello, di lima, rifinire con estrema cura (v. cesello); o lo strumento: l. a macchina, a mano, l. di bulino, di cesello; analogam., l. di cervello, l. con la mente, l. sui libri; fig., l. di fantasia, fantasticare, immaginare cose lontane dal vero. Specificando l’opera alla quale si attende: l. a un romanzo, a un articolo, a un quadro, a una statua, intorno a un monumento; gli operai lavoravano alla costruzione del ponte; lavorò lunghi anni sopra il suo poema; l. a un film, detto del produttore, regista e quanti altri provvedono alla sua realizzazione (invece l. in un film, prendervi parte come attore). L. di gomiti, farsi largo tra la folla con movimenti rapidi e ripetuti; e in frasi scherz.: l. di mano, rubare (o anche palpare di nascosto); l. di schiena, sgobbare, o inchinarsi, comportarsi servilmente; l. di ganasce, mangiare avidamente (anche in senso fig.); l. di bastone, bastonare. c. estens. Riferito alle parti del corpo o alle facoltà che operano: far l. tutt’e due le braccia; anche lo stomaco lavora; ha un cervello che lavora poco; la tua fantasia lavora troppo. d. Con altro uso estens., delle bestie che aiutano l’uomo: i. buoi lavoravano con movimenti pacati; il cavallo è diventato vecchio, e non può più lavorare. 2. intr. a. Riferito a strumenti, macchine, stabilimenti e sim., essere in azione, funzionare: è molto tempo che questo tornio non lavora; le fornaci hanno ripreso a l.; le fabbriche non lavorano più come un tempo; quel programma informatico lavora a pieno ritmo. In meccanica, si dice che una forza lavora quando esegue un lavoro (v. lavoro, nel sign. 4); più genericam., di un organo o elemento meccanico, di una struttura, ecc., allorché sono sottoposti a un qualsiasi tipo di sollecitazione; anche nel linguaggio com.: di tre viti ne lavorava una sola, e la cerniera ha ceduto. b. fig. Di una bottega, di uno studio e sim., avere molti clienti, fare buoni affari: è un bar che lavora molto; quanto lavora quella farmacia!; ha uno studio di commercialista che lavora poco. 3. intr. Agire copertamente, di nascosto: lavorano per la mia rovina; in apparenza è tranquillo, ma sotto sotto lavora; l. sott’acqua, sotto sotto, operare subdolamente; estens., il male intanto lavorava dentro e minava la sua salute; per analogia (non com.), di medicamento o sim. che produce il suo effetto: dopo un po’ il sonnifero cominciò a lavorare. 4. tr. a. Operare su una determinata materia per ridurla alla forma voluta: l. il ferro, il legname, la creta; l. il metallo a caldo, a freddo; materiali lavorati in drappi, cappelli, calze e altrettali manifatture (Genovesi); sim., l. la terra, il campo, il podere, coltivarli; l. una pagina, la propria prosa, lo stile, elaborarli; l. la pasta, amalgamare gli ingredienti per fare il pane, dolci e sim.; fig., l. la vigna del Signore, operare il bene per l’acquisto della vita eterna. b. Nel pugilato, l. l’avversario (al tronco, ai fianchi, al bersaglio grosso, al fegato, o lavorarlo di destro, di sinistro), colpirlo con azione continuata ed efficace, cercando di fiaccarne la resistenza. c. fig. Lavorare, e più com. lavorarsi qualcuno, circuirlo, indurlo con la persuasione o con abili raggiri a fare il nostro vantaggio; lavorarsi una bistecca, un piatto di spaghetti, ecc., mangiare di gusto, di buon appetito. ◆ Part. pres. lavorante, anche come sost. (v. la voce). ◆ Part. pass. lavorato, anche come agg. (v. la voce).