lavoratore discontinuo
loc. s.le m. Chi lavora saltuariamente, spesso con contratti a tempo determinato. ◆ L’assessore alle politiche del lavoro di Palazzo Vecchio Riccardo Nencini sostiene che questo accordo rappresenti «un rilevante passaggio di lotta alla precarietà che le amministrazioni toscane hanno assunto estendendo diritti e riconoscendo le parità salariali ai lavoratori discontinui» e rivendica questo risultato come «frutto anche del lavoro svolto dall’amministrazione comunale fiorentina e dallo stesso consiglio comunale». (Simona Poli, Repubblica, 28 giugno 2006, Firenze, p. II) • il governo – è il progetto allo studio dei ministeri economici – potrebbe varare in giugno un decreto legge con importanti novità: […] il blocco per sei mesi delle pensioni di anzianità, con il temporaneo congelamento delle finestre di uscita di luglio e di ottobre; l’incremento e l’estensione anche ai lavoratori discontinui dell’indennità di disoccupazione; la cassa integrazione anche per i dipendenti delle piccole imprese. (Roberto Giovannini e Teresa Pittelli, Foglio, 23 aprile 2007, p. 3) • «è bene che ognuno faccia la sua parte, anche i partiti di sinistra radicale. Ad esempio, impegnandosi con noi per rafforzare i diritti dei lavoratori discontinui. Ma diano atto al governo che l’accordo sul welfare era un buon accordo, confermato dallo schiacciante consenso dei lavoratori, e che tenere aperta una polemica contraria per tre mesi è stato un errore» [Francesco Rutelli intervistato da Marco Cianca]. (Corriere della sera, 22 ottobre 2007, p. 6, Primo piano).
Composto dal s. m. lavoratore e dall’agg. discontinuo.
Già attestato nella Stampa del 26 ottobre 1996, p. 3, Interno (Massimo Giannini).