lavoratore povero
loc. s.le m. Lavoratore che, con il proprio salario modesto, non riesce a superare la soglia di povertà. ◆ Nel mondo, un lavoratore su due – quasi 1,4 miliardi di persone – guadagna appena o meno di due dollari al giorno, una somma che condanna alla povertà, afferma l’ultimo rapporto dell’Ufficio internazionale del lavoro (Ilo) dedicato ai lavoratori poveri. (Giornale di Brescia, 8 dicembre 2004, p. 4, Estero) • Non a caso, sottolinea Eurostat, «le nuove direttive occupazionali europee definite dal Consiglio nel 2003 fanno riferimento esplicito alla necessità di ridurre il numero di lavoratori poveri» nell’Unione europea. (Gazzettino, 30 aprile 2005, p. 4, Attualità) • da anni i livelli di disuguaglianza crescono e anche in Italia cominciamo a vedere il fenomeno dei lavoratori poveri: quelli intervistati dalla Fiom non sono molto lontani dall’esserlo. E i giovani appena laureati al primo impiego guadagnano poco di meno di loro. Alcuni sono loro figli. Chi è costretto a consumare poco diventa uno spettatore, non un protagonista. (Sergio Scamuzzi, Stampa, 1° marzo 2008, p. 51, Cronaca di Torino).
Composto dal s. m. lavoratore e dall’agg. povero, ricalcando l’espressione ingl. working poor.
Già attestato nel Corriere della sera del 2 aprile 1994, p. 17, Commenti (Renato Brunetta).
V. anche lavoro povero, working poor.