Laziogate
s. m. inv. Scandalo politico scoppiato nell’imminenza delle elezioni per l’amministrazione regionale del Lazio, nella primavera del 2005. ◆ [tit.] Laziogate, l’ultimo dei brogli / È guerra fra [Francesco] Storace e [Walter] Veltroni sulla violazione dell’Anagrafe di Roma [testo] […] «Non c’è nessun Laziogate, ma solo le prove di un Waltergate», ribatte Storace, puntando il dito contro il sindaco di Roma, Veltroni. (Sicilia, 20 marzo 2005, p. 5, Politica) • [Emanuele] Cipriani è anche legato ad ambienti della destra, visto che si arriva a lui indagando sull’oscura vicenda del Laziogate, dove, secondo le accuse, l’ex presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, si avvale di alcuni uomini del network di Cipriani per far spiare e fabbricare falsi dossier su Alessandra Mussolini e Piero Marrazzo, entrambi suoi concorrenti alla poltrona della presidenza della Regione Lazio. (Paolo Colonnello, Stampa, 6 giugno 2007, p. 6, Interno) • Spiega l’assessore uscente all’Anagrafe, Lucio D’Ubaldo: «Quando i dirigenti amministrativi mi prospettarono lo scioglimento del contratto con le Poste, in base ai dettami del Garante della privacy, feci presente che sarebbe stato un danno per i cittadini. Tutto però dipendeva dal fatto che, dopo il Laziogate e le incursioni nei servizi anagrafici del Comune, si erano moltiplicati controlli, preoccupazioni e vincoli, con interpretazioni anche esasperate della tutela della privacy. Ci eravamo ripromessi di incontrarci intorno a un tavolo, Campidoglio, Poste e esponenti dell’ufficio del garante, ma lo scioglimento del Consiglio comunale ha fermato tutto». (Simona Casalini, Repubblica, 2 aprile 2008, Roma, p. I).
Composto dal toponimo Lazio con l’aggiunta del confisso ingl. -gate, usato per fare riferimento a un episodio scandalistico diventato di dominio pubblico.