legge-bavaglio
(legge bavaglio), loc. s.le f. Provvedimento legislativo che mette un freno alla libertà d’informazione. ◆ [Silvio] Berlusconi ci tiene a ricordare: «Abbiamo cercato di contrastare questa legge bavaglio che c’è solo in Italia. Una legge simile infatti non c’è in nessun altro paese europeo. Chiediamo che venga abrogata perché non si deve avere paura della libertà». (Fulvio Carro, Secolo d’Italia, 19 febbraio 2004, p. 2, Primo piano) • Ma è la televisione il vero luogotenente di [Hugo] Chávez. Un’importante parte dei mezzi di comunicazione, va detto, è nelle mani dell’opposizione, ma Chávez, oltre ad avere aperto nuove tv statali e occupato quella esistente, ha chiuso un’emittente storica del Venezuela, perché contraria al chavismo, e creato leggi-bavaglio per l’informazione. (Riformista, 27 settembre 2007, p. 5, Diplomatique) • Sbagliando s’impara, e anche il Cavaliere sta imparando a declinare a proprio uso la par condicio. Quella legge bavaglio (la 28 del 2000) che nel 2006 gli impedì in pratica di fare campagna elettorale negli ultimi 15 giorni prima del voto e che ora gli ha spento le telecamere del «salotto buono». (Walter Ricci, Opinione, 29 marzo 2008, p. 2, Primo Piano).
Composto dal s. f. legge e dal s. m. bavaglio.
Già attestato nel Corriere della sera del 29 luglio 1993, p. 8, Politica.