legge burka
(legge burqa), loc. s.le f. Provvedimento legislativo che impone una serie di divieti ritenuti umilianti per la condizione femminile; con particolare riferimento alla legge 1514 del 2004 sulla procreazione assistita. ◆ Sulla procreazione assistita laici e cattolici sono sempre più divisi. [...] I laici bollano il disegno di legge come «la legge burqa», mentre i cattolici alzano le barricate su ogni ipotesi di modifica: «Il lodevole desiderio degli adulti di avere un figlio – sostiene per tutti il senatore di An Riccardo Pedrizzi – non può prevalere sul diritto di un figlio di vivere e perciò di non essere congelato, sottoposto a sperimentazione e distrutto». (Sicilia, 5 dicembre 2003, p. 6, Interno) • Si è presentata nella sede romana dei radicali e ha firmato i cinque referendum sulla fecondazione. Margherita Boniver, sottosegretario agli Esteri, ha ribadito così la sua posizione diversa da quella assunta dalla maggioranza. La Boniver, che aveva definito il provvedimento come «legge burqa», dopo aver votato contro in Parlamento si è impegnata nel comitato promotore del referendum. (Corriere della sera, 21 settembre 2004, p. 5, In primo piano) • Uscito a pochi mesi dalla approvazione della legge 40 del marzo 2004 che qualcuno si è affrettato a chiamare «legge burka» dato il suo scarso rispetto per l’individualità e la soggettività femminile, il libro [«La fecondazione proibita», di Chiara Valentini] […] si apre tracciando un interessante panorama su quanto avveniva in passato nel campo, sempre piuttosto oscuro e segreto, dell’inseminazione artificiale che pure affonda le sue radici nell’800. (Laura Lilli, Repubblica, 13 gennaio 2005, p. 46, Cultura).
Composto dal s. f. legge e dal s. m. inv. burka, di origine hindi attraverso l’arabo burqa.