legno
légno s. m. [lat. lĭgnum]. – 1. a. In botanica, complesso di elementi istologici che si trova nei fusti, nei rami e nelle radici delle piante vascolari; è caratterizzato dalla presenza di elementi conduttori morti con parete lignificata (trachidi e trachee), insieme con cellule parenchimatiche e meccaniche. Prende denominazioni diverse a seconda dell’origine, della composizione istologica e della fase stagionale in cui si forma: l. primario, quello prodotto dall’attività di meristemi primarî; l. secondario, quello prodotto per attività del cambio (meristema secondario: v. meristema); l. omoxilo, quando è costituito solo da tracheidi ed elementi parenchimatici, come nelle gimnosperme; l. eteroxilo, il legno delle angiosperme dicotiledoni, formato prevalentemente da trachee insieme con cellule parenchimatiche e da fibre; l. primaverile, quello che nelle cerchie annuali occupa la posizione più interna ed è costituito da elementi conduttori con diametro maggiore e pareti sottili (nei nostri climi si forma in primavera); l. estivo, il legno esterno delle cerchie annuali formato da elementi conduttori con pareti ispessite e diametro minore; l. da ferita, quello prodotto in seguito a ferita, con struttura diversa da quella del legno normale essendo formato all’inizio da cellule quasi isodiametriche e solo successivamente da elementi allungati. b. Sotto l’aspetto merceologico, il materiale fornito dai tronchi delle gimnosperme delle dicotiledoni e che viene usato per lavori di falegnameria o per altri usi: legno da ardere (detto più com. legna), legno da costruzione e da lavoro (detto anche legname); l. da succhi, ottenuto da piante speciali, per l’estrazione di sostanze coloranti, concianti, di estratti medicinali, di estratti per profumeria, di sostanze chimiche; segare, lavorare, piallare il l.; l’arte, la tecnologia del l.; con riguardo all’origine vegetale o alla provenienza: l. di rovere, di noce, di cipresso, di frassino, d’abete, ecc.; l. esotico, l. nostrale; rispetto al tempo trascorso dal taglio: l. fresco, verde, asciutto, stagionato; rispetto alle caratteristiche strutturali e alla lavorabilità: l. liscio, nodoso, fibroso, venato; l. dolce, facile a lavorarsi, che brucia rapidamente; l. forte, duro a lavorarsi, che brucia lentamente facendo molta brace (nell’uso com., l. che si lavora bene, che si lavora male, e rispettivam. che brucia bene, che non brucia); l. ferro, denominazione di legni esotici compatti, pesanti e duri. L. speciali, quelli ottenuti attraverso procedimenti di impregnazione o incollaggio con resine sintetiche e successiva compressione, come il l. migliorato o bachelizzato, il l. lamellare o stratificato, il l. compensato (v. ai singoli agg.). Per estens., ma erroneamente, si dà il nome di legno a prodotti che hanno lo stesso aspetto e usi analoghi a quelli del legno, ottenuti mediante ricostituzione di materiale residuo della lavorazione del legname (ritagli di segheria, trucioli, ecc.), reso compatto mediante aggiunta di pasta di fibra di legno e resine, i quali, tagliati in tavole, sono adoperati per rivestimenti e pannelli (per es., il truciolato e il paniforte). c. Come indicazione generica della materia, senza specificazioni: una tavola, un’asse, un bastone di l.; mobile, impiantito, statua di l.; scultura, incisione in l.; cavallino di l.; un pirata con una gamba di legno. È assunto talora come simbolo della durezza: questa carne è dura come il l.; testa di l., testa dura, persona di scarso ingegno o cocciuta (ma anche in senso proprio, parlando di marionette o d’altro; per es., nel Re Travicello di G. Giusti: Le teste di legno Fan sempre del chiasso, dove però l’espressione è volutamente ambigua). d. Al sing., pezzo più o meno grande di legno: metti un altro l. sul fuoco; lo picchiò con un l. nodoso; il l. della croce (di Cristo), la croce stessa; prov., ogni l. ha il suo tarlo, tutti, anche i migliori, hanno qualche difetto. e. Con determinazioni varie, indica qualità di legno tratte da particolari piante: l. amaranto (v. amaranto2); l. d’anice (v. anice); l. giallo, legno di un albero della famiglia moracee (Chlorophora tinctoria), che si trova nelle Antille, nel Messico, nel Brasile, e anche nell’Africa tropicale e nel Madagascar: deve il suo nome a due sostanze coloranti gialle (morina e maclurina) e serve a preparare estratti acquosi, che vengono concentrati sotto forma di liquidi densi o di prodotto secco, usati in tintoria; l. nefritico (v. nefritico); l. porpora (v. porpora); l. quassio (v. quassia); l. rosso, nome di varî legni di piante leguminose, originarie dell’America Merid., che contengono una sostanza colorante rossa (la brasilina), e da cui si ricavano estratti acquosi usati in tintoria; l. santo (o l. benedetto), il legno durissimo del guaiaco, così chiamato per il largo impiego che ha avuto nella medicina popolare e in farmacologia (per cui ebbe anche il nome, nel lat. rinascimentale, di lignum vitae «legno di vita»); l. serpentino (v. serpentino1); l. sughero, denominazione di alcuni legni di piante tropicali caratterizzati da una notevole leggerezza, paragonabile a quella del sughero, e usati per manufatti leggeri come canotti, tavole isolanti, caschi, ecc. Il termine compare inoltre nella denominazione di sostanze e prodotti per uso industriale a base di legno: pasta di legno, materia prima per la fabbricazione della carta, costituita da un ammasso di fibre cellulosiche ottenute dal legno per trattamenti chimici e meccanici; olio di legno di Cina, olio essiccativo estratto da due specie di alberi di aleurite della Cina e dell’America Settentr., usato nelle industrie delle vernici, del linoleum, delle carte e tessuti impermeabili; lana di legno (v. lana, n. 3 d). 2. Usi estens., per metonimia: a. poet. Albero: Legno è più sù che fu morso da Eva (Dante). b. Bastimento in genere, con scafo di legno: l. da guerra, l. da trasporto, l. mercantile; s’imbarcò sopra un l. inglese; io sono stato l. sanza vela e sanza governo (Dante); comperò un grandissimo l. e quello tutto, di suoi denari, caricò di varie mercatantìe (Boccaccio). Nello sport della vela, sinon. di imbarcazione. c. Carrozza: l. a due cavalli, l. a quattro ruote; l. coperto, scoperto; l. signorile, padronale, ecc.; salire sul legno. d. Nel linguaggio delle arti, sinon. di silografia. e. In musica, con il plur. legni vengono designati genericam. gli strumenti aerofoni che sono costruiti in legno, o lo erano in origine; in partic., nell’orchestra classico-romantica e nell’odierna orchestra sinfonica, il termine indica una serie precisa di strumenti, di diverso timbro ed estensione, comprendente i flauti, i clarinetti e il corno di bassetto, gli oboi e il corno inglese, il fagotto e il controfagotto (anche i sassofoni sono spesso indicati come legni, benché in questo caso la denominazione sia del tutto impropria, dato che questi strumenti sono stati costruiti fin dall’inizio in metallo). 3. Legno rosato, difetto dei legnami, detto anche carie rossa. 4. In mineralogia, l. di monte, masse compatte fibrose di aspetto simile al legno, costituite da crisotilo o da altri minerali ad aspetto fibroso. ◆ Dim. legnétto, piccolo pezzo di legno (in passato anche piccolo bastimento, o carrozzella), legnettino, ant. legnerèllo; spreg. legnùccio; pegg. legnàccio.