legologo
s. m. (iron.) Esperto delle strategie politiche del partito della Lega Nord. ◆ Il leghismo per quanto venga ridotto a degenerazione sistemica nasconde in sé tutte le contraddizioni della crisi partitica italiana. Un’intera generazione di politologi si è fatta le ossa, e spesso la prima fama scientifica, connotandosi come «legologhi» (Ilvo Diamanti, Renato Mannheimer, Roberto Biorcio, e tanti altri). (Lucio Iaccarino, Repubblica, 7 marzo 2006, Napoli, p. I) • Non so se bisogna essere più sorpresi di [Umberto] Bossi o delle reazioni a Bossi. Il leader leghista quel ditino e quelle parole poteva tranquillamente risparmiarseli. I «legologhi» ci diranno che quando parla alla sua base e propone alleanze strane (come l’ammucchiata sul federalismo), Bossi concede parole forti alla platea. Altri «legologhi» diranno che proprio all’alleato del momento che Bossi dedica le parole forti per far capire che un conto è la convergenza su temi cruciali un altro conto è l’alleanza che offusca l’identità. (Peppino Caldarola, Giornale, 22 luglio 2008, p. 1, Prima pagina).
Composto dal nome proprio Lega (Nord) con l’aggiunta del confisso -(o)logo.
Già attestato nel Corriere della sera del 23 ottobre 1993, p. 31, Spettacoli (Gianni Riotta).