Leitkultur
s. f. inv. Cultura guida, che rappresenta l’identità propria di una nazione. ◆ Una mobilitazione unitaria dei partiti democratici è cosa rarissima in Germania. E fino a pochi giorni fa l’adesione dell’opposizione cristiano-conservatrice al corteo è stata in forse. Le polemiche sulla «Leitkultur», la «cultura-guida» tedesca cui la Cdu di Angela Merkel nelle sue proposte sull’immigrazione chiede agli stranieri di adeguarsi, hanno pesato molto sull’iniziativa. (Andrea Tarquini, Repubblica, 10 novembre 2000, p. 18, Mondo) • Quasi rubando le pagine al copione americano di George [W.] Bush, il partito che inventò l’economia sociale di mercato, sposta l’attenzione dai temi concreti – riforma sanitaria, fisco e mercato del lavoro – ai valori, all’identità tedesca, alla «Leitkultur», la cultura-guida minacciata, secondo la Cdu, dalla babele multiculturale. (Paolo Valentino, Corriere della sera, 5 dicembre 2004, p. 10, Esteri) • «una delle migliori proposte che abbia sentito sinora proviene dall’esperto di questioni islamiche di nazionalità siriana Bassam Tibi, che lavora in Germania. Tibi propone ciò che definisce come Leitkultur – l’esigenza di creare culture nazionali decisamente più aperte delle vecchie identità etniche, ma senza rinunciare ai valori nati dall’illuminismo. Gli stati europei devono estendere la propria percezione di identità nazionale in modo da promuovere un comune sentimento di cittadinanza tra i residenti, invece di escludere tutti coloro che non appartengono al gruppo etnico dominante» [Francis Fukuyama intervistato da Rose Flemming]. (Stampa, 3 luglio 2006, p. 30, Società e Cultura).
Dal ted. Leitkultur, a sua volta composto dal tema leit del v. tr. leiten (‘condurre, guidare’) e dal s. f. Kultur (‘cultura’).
Già attestato nel Corriere della sera del 1° novembre 2000, p. 15 (Paolo Valentino).
V. anche cultura-guida.