lenticchia
lentìcchia s. f. [lat. lentīcŭla, dim. di lens lentis «lente, lenticchia»]. – 1. Pianta annua delle leguminose papiglionacee (Lens culinaris, sinon. Lens esculenta), con fusti ramificati, foglie composte terminanti in viticcio, fiori biancastri in racemi da 1 a 3 fiori, legumi corti e piatti, racchiudenti 1-2 semi (detti anch’essi lenticchie), schiacciati, orbicolari, verdicci, grigio-bruni, giallicci, rossastri o nerastri, e anche screziati e punteggiati di nero; viene coltivata per i semi che sono di gradevole sapore e di alto valore nutritivo. 2. Nel linguaggio com., il seme della pianta: minestra di lenticchie; un piatto di lenticchie in umido. Con uso fig., dare, cedere, vendere o fare qualcosa per un piatto di lenticchie, per un corrispettivo inadeguato rispetto al valore di ciò che si dà in cambio o di cui ci si priva, soprattutto quando lo svantaggioso baratto consista nella rinuncia a un bene reale per ottenere un effimero benessere materiale (con riferimento al racconto biblico – Genesi, 25, 29-34 – di Esaù che cedette al fratello Giacobbe la primogenitura in cambio di un piatto di lenticchie). 3. Al plur., sorta di pasta minuta da minestra, in forma di lenticchie. 4. Nome pop. delle lentiggini e delle efelidi. 5. In botanica, lenticchie d’acqua, nome comune delle piante acquatiche che costituiscono la famiglia lemnacee.