letteratura
s. f. [dal lat. litteratura, der. di littĕra e littĕrae, secondo il modello del gr. γραμματική (v. grammatica)]. – 1. In origine, l’arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s’intende comunem. per letteratura l’insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano comunque; e con sign. più astratto, l’attività intellettuale volta allo studio o all’analisi di tali opere: l. antica, classica, moderna; l. italiana, francese, inglese, provenzale, ecc.; l. universale; la l. del Trecento, del Settecento; e con riguardo al contenuto, alla forma, al carattere, ai fini che si propone: l. in prosa, in versi; l. narrativa, poetica, didascalica; l. popolare, popolareggiante, patriottica; l. impegnata o disimpegnata, a seconda che tratti o non tratti di problemi politici e sociali della realtà contemporanea; l. per l’infanzia; l. amena, le opere scritte principalmente col fine di dilettare (romanzi, racconti, novelle); l. erotica; l. di consumo, di livello più commerciale che artistico, destinata a un immediato smercio presso un largo pubblico; l. rosa, quella formata di romanzi e racconti sentimentali; in senso ampio (e con riferimento alle opere letterarie più valide): svolgimento, decadenza, rinnovamento della l.; corso di l., professore di l. (latina, italiana, ispano-americana, ecc.); dedicarsi alla l., studiare la l., ecc. Storia della l., quella che rappresenta lo svolgimento della letteratura di un popolo o anche di tutti i popoli (storia universale della l.), con notizie biografiche e giudizî critici sugli autori e le loro opere; anche il manuale, l’opera, il testo di studio, detti spesso, nell’uso fam., più brevemente letteratura: la l. del De Sanctis; ricordatevi di portare la l. domani a scuola. 2. Con accezione più ristretta (calco del ted. Literatur), l’insieme degli scritti relativi a una scienza, arte o disciplina: l. musicale, drammatica, pittorica; la l. giuridica tedesca dell’Ottocento; e anche degli scritti relativi a un oggetto determinato: l. dantesca, petrarchesca; in tema di fallimento esiste un’abbondante l. (in questi ultimi casi, più com. bibliografia). 3. In tempi recenti, il termine ha assunto anche un sign. limitativo, per qualificare complessivamente quelle produzioni letterarie in cui al virtuosismo della parola e delle forme non corrisponda un adeguato fervore sentimentale e fantastico; quindi, fare della l. equivale in genere a fare della retorica, curare più la forma che la sostanza. 4. non com. Stampato accluso alla confezione di un prodotto farmaceutico, contenente le indicazioni terapeutiche e posologiche.