licenziare
v. tr. [dal lat. mediev. licentiare, der. del lat. licentia: v. licenza] (io licènzio, ecc.). – 1. Anticam., dare licenza, in senso generico, cioè permettere, concedere di fare qualche cosa; usato con la prep. di (più raro a) e l’infinito: gli [= li] licenziò di potersi tornare a Genova al lor piacere (Boccaccio). Oggi, seguito dal solo compl. oggetto, dare a una persona il permesso (in cui talora è implicito l’invito o l’ingiunzione) di andarsene; accomiatare: l. gli ospiti, un visitatore; l. la scolaresca; dopo un breve colloquio, il direttore mi licenziò; nel rifl., chiedere licenza di andarsene, accomiatarsi: licenziarsi con una scusa. Nell’uso ant., anche rimandare i soldati alle loro case, congedare: licenziammo la gente d’arme (D. Velluti). 2. L. alle stampe (o per la stampa) un libro, dare il permesso di stamparlo e pubblicarlo; si dice sia dell’autorità ecclesiastica che concede il nulla osta per la pubblicazione, sia dell’autore che, dopo la revisione delle bozze, appone su queste la scritta «visto, si stampi». 3. a. Mandare via da un servizio o da un impiego, recedendo dal contratto di lavoro: l. un impiegato, un operaio, un dipendente; temeva di esser licenziato; l. su due piedi o in tronco. Nel rifl., rinunciare al proprio servizio o impiego: il nostro fattore s’è licenziato. b. L. un inquilino (in passato un colono), dargli la disdetta, intimargli di lasciare la casa, la bottega, ecc. Meno com., riferito all’affittuario, l. l’appartamento, e sim., disdirlo, interrompendo il rapporto contrattuale. 4. Conferire la licenza in una scuola al termine del corso di studî: quest’anno il nostro istituto ha licenziato 48 alunni; nelle antiche università, conferire il grado accademico detto licenza: l. in legge, in medicina, ecc. Nel rifl., con valore intr., prendere la licenza scolastica: s’è licenziato con ottimi voti. 5. ant. a. Esentare, esonerare, dispensare: Il saracin promisse licenziare Del tributo quel re liberamente (Pulci). b. L. denaro, una somma, ordinarne con mandato il pagamento. L. una merce, spedirla. L. monete, approvarne lo spaccio (dopo averle riconosciute giuste di peso e di lega). ◆ Part. pass. licenziato, anche come agg. e s. m. (f. -a), spec. di chi ha ottenuto la licenza in una scuola al termine di un corso di studî: gli alunni, gli studenti licenziati; i licenziati degli istituti professionali aumentano ogni anno; anticam. (e ancor oggi in Francia, fr. licencié), di chi ha ottenuto la licenza in un’università. Con riferimento a persona che ha subìto la rescissione del proprio contratto di lavoro, ha per lo più valore verbale: gli operai, i dipendenti licenziati; parziale riassunzione del personale licenziato (o anche, ma meno spesso, come sost.: riassunzione di una parte dei licenziati).