lieve
liève (ant. lève) agg. [lat. lĕvis]. – È in genere sinon. di leggero, rispetto al quale è meno pop. e ha inoltre un valore più soggettivo, di cosa che, più che esser leggera in sé, faccia sentir poco il suo peso: un l. carico; ti sia l. la terra (o la terra ti sia leggera), augurio retorico a un defunto, traduz. della formula sepolcrale latina sit tibi terra levis. È perciò usato soprattutto in senso estens. e fig., con accezioni varie: che si sopporta con facilità, che non affatica o affligge eccessivamente: fatica, salita l.; un l. rimprovero; di poca importanza o gravità: l. perdita; l. danno; colpa l., trascorso l., una l. infrazione o trasgressione; l. difficoltà; una l. indisposizione; ferita l.; un l. difetto; piccolo, modico, tenue: una l. differenza; con l. spesa; appena accennato: un l. sorriso, un l. moto di disappunto; delicato: una l. carezza; debole, di poca forza o intensità: una l. brezza; l. scossa; l. sussulto; un l. rossore; debolmente percepito dai sensi: un l. rumore; un l. fruscio. Ant., facile, agevole: questa ultima parte è l. a intendere (Dante). Con funzione avv.: con l’indice destro, lieve lieve Sopra gli occhi scorrendo ... (Parini). ◆ Avv. lieveménte, leggermente, pian piano, con delicatezza, e sim.: lo carezzò lievemente; sollevare, posare lievemente un oggetto; ant. o letter., facilmente: lievemente la pietà si desta in cor di donna (Alfieri); con questa stessa accezione fu usata anticam. anche la locuz. avv. di lieve: Per lei assai di lieve si comprende Quanto in femmina foco d’amor dura ... (Dante).