linceo
lìnceo (o lincèo) agg. e s. m. [dal lat. lyncēus, gr. λύγκειος]. – Di lince; solo con riferimento alla acutezza di vista che le attribuisce la tradizione (sull’origine della quale può avere influito il nome dell’argonauta Linceo, proverbiale per la vista acutissima): occhi l., anche in senso fig., grande acutezza e perspicacia intellettuale: L’anima ... Tutta raccolta, suole Aprir nel cieco senso occhi lincèi (Guarini); sostantivato, riferito alla persona: chi è quel l. che con l’acutezza della vista possa arrivar colà entro? (Redi). Oggi si tende a pronunciare lìnceo, riservando la pron. lincèo all’Accademia dei Lincèi, fondata a Roma nel 1603 per lo studio delle scienze e delle lettere, ricostituita definitivamente nel 1944 (dopo la soppressione della Reale Accademia d’Italia, con la quale era stata fusa nel 1939) con lo scopo di accogliere studiosi distintisi nei varî campi della cultura: trae il suo nome appunto dall’uso fig. dell’agg. (lincèi sono i membri dell’Accademia; nell’uso corrente, i Lincèi è anche forma abbreviata per indicare l’Accademia stessa: andare ai L.; c’è una conferenza ai L.; il premio dei L., ecc.).