lìnea s. f. [dal lat. linea, der. di linum «lino2»; propr. «filo di lino»]. – 1. a. Ente geometrico che si estende nel senso della sola lunghezza, e che può essere matematicamente definito indipendentemente dalla sua materiale esistenza nonché da una eventuale rappresentazione grafica: per es., la traiettoria di un punto in moto, l’intersezione di due superfici, ecc.; l. luogo, quella costituita dai punti che soddisfano una proprietà geometrica (luogo geometrico); l. retta, l. curva, l. orizzontale, l. verticale, l. obliqua. Distanza in linea d’aria, la distanza tra due località misurata in linea retta, prescindendo dall’effettiva lunghezza della strada da percorrere; nelle costruzioni navali, linee d’acqua, le intersezioni (l. d’immersione, l. di galleggiamento, l. di carico, l. di bordo libero) tra la superficie della carena e i piani orizzontali paralleli al galleggiamento. In partic., in matematica, l. di una matrice, una riga o una colonna di una matrice; l. spezzata (o spezzata s. f.), o più comunem. l. poligonale, quella costituita da una successione di segmenti, aventi ciascuno un estremo in comune col seguente; l. di terra, nella geometria descrittiva (metodo di Monge), la linea retta intersezione dei due piani di proiezione. Per tutte le linee determinate da particolari specificazioni (per es., linea di displuvio, linee di livello, linee di massima pendenza, le varie isolinee in geografia fisica, ecc.), si rimanda alle singole voci, displuvio, livello1, ecc. b. Segno con cui è rappresentata graficamente una linea, sia nel disegno di figure geometriche sia per altri scopi: tracciare, tirare, segnare una l. (con la matita, con l’inchiostro, col gesso, ecc.); tracciare una serie di l. parallele; l. grossa, sottile; l. tratteggiata; l. punteggiata; una l. rossa, verde, azzurra. In partic., ciascuna delle rette parallele tracciate o impresse a stampa su un foglio di carta per procedere diritti nella scrittura; di qui, per estens., séguito di parole disposte orizzontalmente in una pagina scritta o stampata (in questo sign., è meno com. e meno tecnico di riga). Nella scrittura e nella composizione tipografica, breve tratto orizzontale (più spesso detto lineetta) che, a seconda della lunghezza e della funzione, prende in tipografia nomi diversi e specifici; analogam., nel codice Morse, è il segno indicante il segnale lungo che, variamente unito ad altri segnali lunghi o a uno o più segnali brevi graficamente indicati dal punto, contribuisce a formare le diverse lettere dell’alfabeto (per es., la serie ..
- - ..., che si legge «tre punti, tre linee, tre punti», corrisponde a SOS). Nei termometri per misurare la temperatura del corpo, si dicono linee i brevi tratti che segnano le suddivisioni di ciascun grado in decimi; sicché linea ha assunto il sign. di decimo di grado: ha poche l. di febbre; la temperatura gli è aumentata di 3 o 4 linee. Per la l. di fede, indice di strumenti graduati, v. fede (n. 5 a). c. Per analogia, ogni segno lineare, o sottile striscia, tracciato per un tratto più o meno lungo su una superficie. In partic., linee della mano, le pieghe cutanee che solcano il palmo della mano, distinte in chiromanzia con nomi diversi (l. della vita, l. del cuore, l. della fortuna, ecc.), e dall’osservazione delle quali si pretende di trarre deduzioni circa il carattere, gli eventi, i destini della persona. d. Con accezione affine, nel linguaggio medico, nome generico di varie formazioni anatomiche costituite da una striscia allungata e sottile, rilevata rispetto ai tessuti circostanti, o comunque distinta per la consistenza o il colore. In partic., linea alba (lat. scient., «linea bianca»), striscia di tessuto fibroso ben visibile nella regione dell’addome fra i due muscoli retti, dal processo xifoideo al pube; l. aspra, margine posteriore della faccia laterale del femore, spesso sporgente e rugoso. In embriologia, l. primitiva, ispessimento assile dell’ectoderma, che appare durante il primo giorno d’incubazione nella parte centrale del blastoderma delle uova di pollo; si trova anche in tutti i mammiferi e dà origine al mesoderma e alla corda. Per la l. lattea o mammaria, v. latteo, n. 1 b. e. Nell’architettura, si dicono linee, con valore collettivo (o l. architettoniche), i contorni di un edificio e l’andamento particolare dei varî elementi architettonici, che nel loro insieme conferiscono alla costruzione un aspetto e uno stile proprî: semplicità, armonia, purezza di linee, espressioni, queste, che si riferiscono per analogia anche a opere di scultura e a dipinti; lo stesso sign. è espresso talvolta anche dal singolare: la l. severa di un monumento, di una statua. Per estens., di una persona: volto di grande purezza di linee; la l. nobile del suo viso; e in genere, col sign. di contorno: le l. del corpo; la l. dei fianchi, delle anche, ecc. In partic., conservare la l. di un edificio, mantenere inalterati i contorni e l’aspetto dei suoi elementi architettonici (per es., in opere di restauro); estens., di persona, conservare o più spesso mantenere la l., la snellezza e armonia delle forme, non ingrassare (al contr., perdere la linea). Nel linguaggio della moda e di sartoria, la parola, accompagnata da determinazioni varie, è adoperata (oltre che nel suo sign. generico, come, per es., nella frase mantello di l. perfetta), per indicare la caratteristica di un modello: abito, tailleur di l. classica, di l. giovanile, di l. sportiva, l. ad anfora, l. a botte, l. piatta, l. svasata, ecc. (e analogam., carrozzeria di l. slanciata, di l. italiana, ecc.). Da qui si è svolto nel linguaggio della pubblicità o commerciale il particolare sign. di «tono» con cui il vocabolo è usato in frasi come profumo di l. maschile e sim. f. Significa contorno di una figura, di un oggetto anche nella frase disegnare a grandi l., tracciare le principali linee di contorno, quelle che sono sufficienti ad abbozzare la figura; e in senso fig., con riferimento alla comunicazione verbale, rappresentare, descrivere, esporre a grandi l., o nelle l. generali, essenziali, in modo sommario, senza scender nei particolari; anche, ideare, fissare le l. essenziali di un’opera, di un romanzo, di uno studio, le l. programmatiche di un partito, le idee fondamentali, che saranno poi elaborate e sviluppate. 2. a. Seguito da qualche determinazione, il termine equivale spesso a limite, sia che questo sia concretamente segnato o rappresentato da una successione lineare di opere, sia ch’esso sia puramente ideale. Si parla così di l. di confine, di l. di separazione (anche in senso fig.), di l. di demarcazione, ecc. In partic.: l. di sblocco, il confine geografico di una determinata zona sottoposta a blocco; l. del cambiamento di data, o l. di data, il meridiano 180° da Greenwich (v. data1, n. 1); l. doganale, la linea di demarcazione tra due territorî soggetti a diverso trattamento doganale; Linea Alessandrina, il confine che delimitava i possessi spagnoli e portoghesi d’oltreoceano (v. alessandrino3, n. 1). Nello sport, striscia segnata visibilmente sul terreno (in genere con vernice bianca) per delimitare un campo di gioco, e, all’interno di esso, le zone in cui si divide; si hanno così, nel calcio, la l. laterale, la l. di fondo, la l. mediana (nel senso della lunghezza); le l. perimetrali e la l. dei tre metri e dei nove metri, nella pallavolo; la l. di fuori gioco, nel rugby, ecc. Nelle gare di corsa, l. di partenza, la striscia segnata sul terreno sulla quale gli atleti, i cavalli o le macchine si allineano al momento del via, o dalla quale si comincia a misurare la distanza nelle corse con partenza lanciata; analogam., l. d’arrivo, il traguardo. b. In senso più astratto, movimento, traiettoria, sviluppo di qualche cosa in una determinata direzione: la l. d’una strada, d’un fiume; avanzare in l. retta, obliqua, diagonale; procedere per l. parallele; seguire la l. di marcia. In balistica, l. di mira, l. di tiro (v. mira; tiro). In senso fig., l. di condotta, il modo di comportarsi nella vita in generale o in determinate circostanze (seguire, scegliere, fissare una l. di condotta, ma anche più genericam., adottare, seguire una certa l.); deviare dalla l. retta, allontanarsi dalla norma del proprio comportamento o dalla via della giustizia, della probità morale; più genericam., modo di procedere, di agire per il raggiungimento di un determinato fine: adottare una l. di difesa; concordare una comune l. d’azione. Con accezione più partic., nel linguaggio della pubblicistica, l’insieme delle azioni, soluzioni, comportamenti in cui si esprime un determinato indirizzo politico o economico, che prende in genere nome dal personaggio che lo rappresenta: la l. De Gasperi, la l. Brežnev, la l. Einaudi, ecc.; più genericam., programma o modo di comportamento: determinare, modificare la propria l. politica; adottare una l. dura, una l. morbida, o una l. di rinnovamento, di trasformazione, e sim. c. In altri casi, s’intende senz’altro linea retta, o disposizione, in senso più o meno concreto, di oggetti (o anche persone) lungo una linea retta. Per es., l. d’asse o d’alberi di una nave, l’insieme degli alberi di trasmissione dalla macchina motrice all’elica. In zoologia, l. laterale, v. laterale, n. 1 f. Nella scherma, linea o l. d’offesa, la corretta posizione del braccio che, passando dalla guardia al fondo, risulta in linea retta col ferro sul piano orizzontale, e con la punta dell’arma rivolta al petto dell’avversario: essere in l.; tenere il braccio, il ferro in linea. Con riguardo all’allineamento, essere, stare, mettersi in l., di soldati, ginnasti e in genere di persone schierate o disposte in fila. Analogam., l. di una forza navale (o assol. linea), la formazione di un insieme di navi, per sé stesse o rispetto al vento (così: l. di fronte, l. di fila, l. di bolina, ecc.); l. di battaglia, quella che congiunge tutte le navi in formazione durante un combattimento. Fig., essere in l., attenersi senza deviazioni alle direttive dell’organizzazione (politica, sindacale, religiosa, ecc.) di cui si fa parte: essere in l. con le direttive del partito, con la politica economica del governo; più genericam., essere in l. con i proprî principî; assol., essere in linea, fare il proprio dovere. d. Con sign. affine, negli scacchi, serie di case contigue nella scacchiera: si hanno 8 linee verticali (dette anche colonne), ognuna di 8 case dei due colori, bianco e nero, alternati; 8 linee orizzontali (dette anche traverse), ognuna di 8 case dei due colori alternati; 26 linee diagonali di un numero di case variabili da 2 a 8. L. aperta, la linea, solitamente una verticale, in cui non si trovino pedoni. e. In altri usi fig., serie, successione di oggetti che si integrano tra loro: l. di prodotti, nel linguaggio commerciale e pubblicitario, gamma di articoli con elementi comuni (genere e produzione) e complementari nella loro utilizzazione: l. di prodotti di cosmesi; una nuova l. di bellezza; o serie di operazioni che si succedono secondo una sequenza rigorosamente predisposta (sinon., quindi, di catena): l. di montaggio. 3. Nel linguaggio milit., con varie accezioni: a. L. di difesa, o l. difensiva, il tracciato lungo il quale, sfruttando gli ostacoli naturali del terreno e apprestando una serie di opere di fortificazione, viene organizzata una difesa, e il sistema stesso delle opere costruite (per es., nella 2a guerra mondiale, la l. Maginot, la l. Sigfrido, la l. del vallo Atlantico, la l. gotica, ecc.); l. di arroccamento (v. arroccamento, n. 2); l. di operazione, l’insieme delle vie ordinarie e ferroviarie che conducono un esercito verso un determinato obiettivo. b. Manovra per l. interne, forma d’azione, tattica o strategica, nella quale una forza combattente, spostandosi per un percorso più breve di quanto non possa fare la forza nemica, riesce a raggiungere, nel punto di attacco o di difesa, la necessaria superiorità. c. Usato assol., indica la fronte di un reparto di truppe o di un esercito che viene assunta per manovra o per combattimento: disporre un’armata su tre l.; prima l., la più vicina al nemico; l. di riserva; la l. del fuoco (o l. calda), la zona dove sono piazzate le artiglierie. Fig.: essere in prima l., di persone o cose che tengono il primo posto, che sono avanti a tutte le altre per merito o per importanza o per impegno e responsabilità; passare in seconda l., di persone o più spesso di cose che per qualche motivo sono temporaneamente ritenute meno importanti di prima rispetto ad altre. Per estens., è spesso sinon. di fronte di combattimento: mettere in l., mettere in campo, schierare a battaglia; trovarsi in l., in disposizione di combattimento; attraversare le l. nemiche; fanteria di l., la fanteria propriamente detta, per distinguerla da altri corpi di fanteria specializzati (bersaglieri, alpini, ecc.); su tutta la l., lungo tutto il fronte: fuoco, vittoria, sconfitta, disfatta su tutta la l. (in senso fig., sconfitta su tutta la l., piena, definitiva; e così fiasco su tutta la l., ecc.). d. Nella marina militare, nave di l., sinon. non più in uso di nave da battaglia (vascello prima e corazzata poi) così detta perché destinata a combattere in formazione con altre unità analoghe. e. Per estens. del sign. c, si chiamano spesso linee, negli sport a squadre, i reparti in cui si suddividono le squadre stesse: l. d’attacco, l. mediana, l. di difesa (o anche, rispettvam., prima, seconda, terza l.), ecc. 4. Linee di comunicazione: denominazione comprensiva di tutti i servizî regolari e periodici di comunicazione fra due o più località, per mezzo di piroscafi (l. marittime o di navigazione, distinte in l. postale, l. da passeggeri, l. da carico, ecc., e variamente denominate: l. intercontinentali, le l. dell’Adriatico, del Tirreno, le l. della Laguna, l. lacustri, ecc.), di aeromobili (l. aeree), di treni (l. ferroviarie), di autobus (l. automobilistiche, interurbane, extraurbane, suburbane; servono in genere per il movimento urbano o comunale le l. tranviarie e le l. di filobus). Analogam.: servizio di linea, quello svolto in modo regolare, e secondo un orario e un itinerario prestabiliti, dalle navi di una società di navigazione o dagli apparecchi di una società aerea o dalle autocorriere di una azienda di trasporti; piroscafo, unità, aereo o apparecchio di l.; navigazione di l., contrapposta alla navigazione libera. Con riferimento ai collegamenti ferroviarî, si usa spesso assol. linea, per indicare non soltanto il servizio che si svolge tra luoghi determinati ma anche la strada ferrata che li unisce: la l. Roma-Milano; la l. adriatica, ecc. (o, ellitticamente, la Roma-Milano, ecc.); i treni hanno avuto ritardo per lavori lungo la l.; inaugurazione d’una nuova l.; riattamento della l.; guardiano, sorvegliante della l., ecc. 5. In elettrotecnica, in elettronica e nella tecnica delle telecomunicazioni, sistema di conduttori (e per estens. anche gli impianti dei relativi sostegni e di tutti gli elementi accessorî) destinati al trasporto di energia elettrica per usi industriali, per illuminazione, per trasmissione di segnali, per telecomunicazioni, ecc.: l. elettrica aerea, l. elettrica sotterranea, l. aerea di contatto (quella che fornisce energia direttamente ai locomotori o alle vetture filoviarie); l. di alimentazione (quella che somministra energia a impianti e apparecchi elettrici, fissi o mobili); l. ad alta tensione; l. telegrafica, l. telefonica, ecc. In partic.: a. Con riferimento al telegrafo e al telefono, le frasi: essere in linea, avere stabilito il contatto con la persona o la località con cui si vuol parlare; trovare la l. libera, occupata; restare in linea, attendere all’apparecchio telefonico, senza interrompere il collegamento, che la conversazione riprenda o che arrivi la persona richiesta; interruzione nella l., ecc. (nel linguaggio corrente, è caduta la linea, quando avviene una interruzione in un collegamento telefonico). Con accezione propria, soprattutto nel linguaggio giornalistico, l. calda (traduz. dell’ingl. hot line), espressione con cui si indica un canale telefonico che collega esclusivamente due punti o due utenti, ma riferita in modo specifico a quello (detto anche l. rossa o telefono rosso) istituito nel 1963 tra il presidente degli Stati Uniti J. F. Kennedy e il segretario del Comitato centrale del Partito comunista sovietico N. S. Chruščëv per tenere aperti i rapporti tra Washington e Mosca e contribuire alla distensione tra Oriente e Occidente. b. Con riferimento all’informatica, linea di trasmissione dati, quella destinata a consentire il collegamento fra un sistema di elaborazione centrale e i terminali periferici; linea di ritardo, componente o circuito che introduce un ritardo voluto nella trasmissione di un segnale. Come locuz. agg., in linea, detto di tutte le apparecchiature che funzionano sotto il controllo diretto dell’unità centrale del calcolatore, e sono quindi governate dal suo programma; si contrappone a fuori linea, riferito alle apparecchiature che non sono governate dal programma dell’unità centrale, ma sono azionate altrimenti (analogam., operazioni in linea, trattamento dati fuori linea). Sono molto usate le corrispondenti forme ingl. on-line e off-line. 6. a. Ordine di successione nella parentela: l. retta, o diretta, comprendente le persone che discendono l’una dall’altra; l. laterale o collaterale, comprendente le persone che, pur avendo uno stipite comune, non discendono l’una dall’altra; l. paterna (o maschile) e materna (o femminile), secondo che la parentela sia istituita per parte del padre o della madre; l. ascendente, quando si computa risalendo dal figlio al padre, al nonno, ecc.; l. discendente, nel caso inverso. b. Con sign. simile, in genetica, l. pura, l’insieme degli individui provenienti, per autofecondazione o per incrocio tra consanguinei, da un solo capostipite omozigote e che hanno perciò tutti lo stesso patrimonio genetico. 7. a. Nel linguaggio bancario: l. di un conto, qualunque scrittura eseguita in un conto corrente; prima (seconda, ecc.) l. di un conto, la scrittura relativa alla prima (seconda, ecc.) operazione intercorsa tra le parti a seguito dell’accensione di un nuovo conto corrente; linee di credito, concessioni di facilitazioni previste negli accordi di corrispondenza o in convenzioni separate, sia occasionali (riferite a una specifica operazione), sia a carattere permanente o con utilizzazione limitata a un determinato periodo di tempo. b. Nel linguaggio contabile, l’espressione nostre linee indica il conto acceso nella contabilità di un’impresa per rilevare le operazioni proprie di compravendita di titoli o merci svolte in sociale con altre imprese associate nella speculazione, mentre sue o loro linee si riferisce alle operazioni compiute in sociale dai corrispondenti associati; loro linee indica anche il conto corrente in moneta propria che una banca tiene acceso a un corrispondente estero per il regolamento di operazioni in moneta nazionale da essa eseguite su iniziative del titolare del conto, mentre nostre linee indica il conto espresso in moneta estera, destinato a rilevare movimenti di iniziativa della banca che tiene il conto. 8. Con uso partic., in linea di ..., sul piano, sotto l’aspetto, dal punto di vista di ..., nelle espressioni in l. di principio, per principio, tenendo fede a un principio; in l. di massima, per quanto riguarda gli aspetti generali di una questione: in l. di massima possiamo dirci d’accordo; meno com., in l. di diritto, sul piano strettamente giuridico (contrapp. a in l. di fatto, come equivalenti approssimativi del lat. de iure e de facto); analogam., con un agg., in l. generale, in l. teorica, e sim. 9. Antica unità di misura di lunghezza pari a circa 1/144 di piede, con valore variabile a seconda dei luoghi: in Francia (ligne) 0,226 cm; in Inghilterra (line) 0,212 cm (esattamente, 1/12 di pollice, valore che essa ha anche nell’uso attuale), ecc; come valore medio si assume la lunghezza di 0,2 cm. ◆ Dim. lineétta (v.); non com. lineina.