liquido
lìquido agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. liquĭdus, der. di liquere «essere liquido»]. – 1. agg. a. Nel linguaggio scient., in contrapp. a solido e aeriforme, detto di un particolare stato di aggregazione della materia (stato l.), caratterizzato dal fatto che un corpo che si trova in tale stato ha volume ben determinato e pressoché invariabile qualunque sia la pressione cui esso è sottoposto, ma non ha una forma propria, e assume perciò quella del recipiente che lo contiene: il mercurio è un metallo allo stato liquido. Riferito alla materia stessa che è in tale stato di aggregazione: corpo l., sostanza l., un composto l.; gas l., lo stesso che gas liquefatto (v. gas, n. 1), soprattutto per indicare, nell’uso corrente, le miscele di idrocarburi usate come combustibile. b. poet. L’elemento l., il mare, le vie l., le vie del mare. c. Nel linguaggio com., anche di sostanze sciolte o stemperate nell’acqua o in qualche solvente, in contrapp. non solo a solido e aeriforme o gassoso ma anche ad altre determinazioni (quali in pasta, in polvere, ecc.), relative, oltre che allo stato fisico, alla consistenza, alla compattezza, ecc.: colla l., gomma l., cera l., sapone liquido. In altri casi, la parola è usata con valore medio per indicare la maggiore o minore densità, il grado di fluidità: la minestra è troppo l.; un sugo piuttosto l.; una calcina poco liquida. 2. s. m. Termine attribuito a quei corpi che, in condizioni ordinarie di temperatura e pressione, si trovano abitualmente allo stato liquido: l’acqua è un l.; i l. sono praticamente incomprimibili; le leggi dei l.; la dinamica dei l.; misure di capacità per liquidi; un l. chiaro, torbido, nerastro, denso, acquoso, oleoso; e in denominazioni di umori organici: l. amniotico (v. amniotico), l. cefalorachidiano o cerebrospinale (v. liquor). Con sign. specifico, nella chimica e nella fisica, l. perfetto (o ideale), fluido di viscosità nulla, incomprimibile e indilatabile (astrazione di cui ci si serve nella trattazione matematica dei problemi inerenti ai liquidi); nel caso in cui la viscosità, seppure non nulla, si mantenga costante, il liquido è detto l. newtoniano, mentre i l. non newtoniani si possono classificare in l. plastici, dilatanti, reopectici, tixotropici, a seconda del modo di variare della viscosità; l. pesanti, soluzioni utilizzate per determinare il peso specifico di solidi (spec. minerali) sulla base del fatto che un corpo è in equilibrio indifferente quando il suo peso specifico è uguale a quello del liquido nel quale è immerso: raggiunta questa condizione variando la concentrazione della soluzione, il peso specifico del solido si ricava indirettamente determinando quello del liquido (per es., per mezzo di un picnometro); l. cristallino, o cristallo l., lo stesso che liquido mesomorfico. Nelle scienze e nella tecnica, sono detti a liquido alcuni dispositivi che sfruttano determinate proprietà dei liquidi: ammortizzatori a l. (o idraulici), in cui si sfrutta la scarsa comprimibilità e la viscosità di un liquido; termometri a l., in cui si sfrutta la dilatabilità termica di un liquido. 3. agg. Usi fig.: a. poet. Limpido, chiaro, terso, detto soprattutto di acqua corrente: un l. fonte, Che mormorando cade giù dal monte (Ariosto); Assetata discese Verso un l. rivo (Chiabrera). Per estens., dell’aria, del cielo: fendendo il l. sereno (T. Tasso); Quando per l’etra liquido si volve ... il flutto Polveroso de’ Noti (Leopardi). Di altre cose: un l. sottile Foco che m’arde a la più algente bruma (Petrarca), fluido, che scorre e penetra agevolmente; il canarino cantava nella sua gabbia variando i suoi modi con una voce l. e forte (D’Annunzio), che sgorgava agevole e limpida; non essendoci, in tutta la filosofia, cosa più chiara, più l. di questa (Manzoni). b. Nel linguaggio econ. e giur.: obbligazione l., conto, credito, debito l., quelli di cui l’ammontare sia determinato e il titolo incontroverso. c. Denaro l., in contanti (o in depositi bancarî a vista); anche assol., come sost.: avere disponibilità di liquido, non avere più liquido, ecc. Disponibilità l., attività più o meno l., lo stesso che liquidità, nel sign. 2 b. 4. agg. e s. f. In fonetica, consonanti l., o assol. liquide s. f., erano dette dagli antichi grammatici (gr. τὰ ὑγρά, forse per accostamento analogico dell’oscillazione quantitativa al fluire e ondeggiare delle acque) le consonanti l, r, m, n per la loro peculiarità metrica di costituire o no posizione dopo una muta (di rendere cioè prosodicamente ancipite la vocale della sillaba precedente); per la linguistica moderna sono liquide solo i varî tipi di l e r. Per le l. sonanti, v. sonante.