liquore
liquóre (poet. licóre) s. m. [dal lat. liquor -oris «sostanza liquida», der. di liquere «essere liquido»; il sign. 2 è influenzato dal fr. liqueur]. – 1. letter. Sostanza liquida, in genere: Cadea de l’alta roccia un liquor chiaro (Dante), un’acqua limpida; Stillò dal cor licor pietoso [il pianto, le lacrime] ed unse Le piaghe acerbe (Marino); fatto Quel salutar licore agro e indigesto (Parini), la cioccolata. 2. Bevanda composta essenzialmente di alcol e acqua, con o senza zucchero, con aggiunta in proporzioni variabili di principî aromatici, essenze, sostanze amare, toniche, ecc.: un l. forte, leggero, secco, amabile; una bottiglia, un bicchierino di liquore; offrire, bere, centellinare un l. (cioè un bicchierino, o una certa quantità nel bicchiere); vendita di vino e liquori; fare abuso di liquori. Si distinguono l. naturali, ottenuti per distillazione di liquidi di origine fermentativa (grappa, cognac o brandy, whisky, vodka, gin, kirsch, rum, ecc.), l. composti, a gradazione inferiore, ottenuti per macerazione in alcol di zucchero, aromi, essenze, erbe aromatiche, sostanze coloranti, ecc. e successiva filtrazione (anisetta, maraschino, curaçao, chartreuse, kümmel), e l. artificiali, preparati mescolando l’alcol con acqua zuccherata, estratti di aromi ed essenze varie. 3. Nella tecnica farmaceutica, soluzione acquosa o alcolica di un medicamento, sempre priva di zucchero: l. arsenicale di Fowler, soluzione idroalcolica di arsenito di potassio; l. anisato d’ammonio, soluzione idroalcolica di essenza di anice e ammoniaca. ◆ Dim. liquorino, liquore leggero, o bicchierino di liquore; meno com. liquorétto, liquore di bassa gradazione alcolica.