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lìtio

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litio


lìtio s. m. [lat. scient. Lithium, der. di precedenti termini chimici, oggi disusati, che risalgono al gr. λίϑειος, λίϑιος «di pietra»]. – Elemento chimico del gruppo dei metalli alcalini, di simbolo Li, numero atomico 3, peso atomico 6,94, molto diffuso in natura, ma sempre in piccole quantità, per es. in acque minerali, in piante e in minerali (lepidolite, spodumene, ecc., dai quali si ricava); è un metallo bianco argenteo, tenero, il più leggero degli elementi solidi, e viene usato in metallurgia nella preparazione e nell’affinazione di leghe, nella tecnologia nucleare, come componente elettrodico in pile (pile al l.) per usi speciali, ecc. Tra i composti più importanti: il cloruro di l., usato (spesso in miscela eutettica con cloruro di potassio) come fondente nell’industria metallurgica; il carbonato di l., impiegato nella fabbricazione di vetri e ceramiche con basso coefficiente di dilatazione termica; l’idruro di l. e alluminio, usato in chimica organica come fortissimo agente riducente. I sali di litio, inoltre, soprattutto il carbonato e il glutammato, sono talvolta utilizzati in psicoterapia per la prevenzione di stati di eccitamento e di depressione con tendenza a recidivare, richiedendo peraltro controlli cautelativi del tasso litiemico, in quanto i valori terapeutici sono abbastanza vicini a quelli tossici.

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