lobby rosa
loc. s.le f. inv. Gruppo di pressione politicamente trasversale costituito da donne. ◆ [tit.] Donne e potere, una lobby rosa per contare di più / Al seminario dedicato alle pari opportunità nasce un «esecutivo ombra» al femminile: imprenditrici, manager e giornaliste decise a battersi contro le discriminazioni (Giornale, 27 ottobre 2001, p. 16, Interni) • Diciamolo senza falsi pudori, la lobby rosa esiste, le donne imprenditrici romane si sono associate perché mai più si possa prescindere dalla loro presenza. Loro pesano in miliardi di euro e nelle stanze dei bottoni ci vogliono stare. (Michela Tamburrino, Stampa, 30 maggio 2002, Roma, p. 4) • In realtà, in questi mesi il lavoro di squadra c’è stato. La [Emma] Bonino con la sua «lobby rosa» di donne del Medioriente. L’ex comunista [Filippo] Penati a conquistare il voto di Cuba, ottenendo perfino la cittadinanza onoraria. Il sindaco [Letizia] Moratti, che improvvisa una toccata e fuga a Londra per incontrare Al Gore, presentargli il programma sulla nutrizione e intascare l’appoggio del Premio Nobel. Il governatore [Roberto] Formigoni capace di agguantare in extremis il voto del Kenia, mettendo a disposizione gli ospedali lombardi per curare i feriti della loro guerra civile. (Elisabetta Soglio, Corriere della sera, 1° aprile 2008, p. 1, Prima pagina).
Composto dal s. f. inv. lobby, di origine ingl., e dall’agg. rosa.
Già attestato nella Repubblica del 22 gennaio 1995, p. 15, Politica estera (Arturo Zampaglione).