localizzazione
localiżżazióne s. f. [der. di localizzare, sul modello del fr. localisation]. – 1. a. Il localizzare, il localizzarsi, l’essere situato, o anche circoscritto, ristretto, in un determinato luogo: l. di un’epidemia; l. delle zone di epicentro di un fenomeno sismico; l. di cartelli pubblicitarî sulle maggiori vie di transito. In patologia, produzione in un organo di un’alterazione preceduta da uno stato morboso generale. Il termine è talora adoperato anche con sign. concreto, per indicare ciò che è localizzato in una determinata zona; così, per es., in embriologia, l. germinali, quelle particolari regioni del citoplasma dell’uovo da cui si origineranno le strutture dell’embrione. In economia, teoria delle l., teoria che si occupa, in senso lato, della distribuzione delle attività economiche nello spazio, nonché dell’individuazione e dello studio delle leggi che determinano tale distribuzione. b. In partic., in neurofisiologia, l. delle funzioni nelle aree della corteccia cerebrale (o assol. l. cerebrale), teoria secondo la quale distinte aree della corteccia cerebrale costituiscono il substrato anatomico-funzionale di specifiche funzioni e comportamenti, sicché la lesione di una specifica area corticale, critica per una particolare funzione, può essere riconosciuta da segni o sintomi relativi a quella funzione; per le funzioni sensoriali (udito, vista, ecc.) una distinta area corticale è sede di connessioni con recettori appropriati, per il tramite di un nucleo talamico specifico: aree di ricezione primaria si ritengono collegate in serie con aree contigue, nelle quali avverrebbe, per quella specifica modalità sensoriale, la trasformazione della sensazione in percezione, mentre le aree percettive afferirebbero ad aree associative dove avverrebbero l’integrazione di percezioni diverse e le elaborazioni cognitive superiori. 2. In fisica e nella tecnica, con riferimento a determinati fenomeni, o più in generale a un oggetto qualunque nello spazio, l’operazione mediante la quale se ne individua la posizione, sfruttando radiazioni (luminose, sonore, ecc.) emesse dall’oggetto oppure sfruttando certe caratteristiche fisiche di esso (per es., nella localizzazione di un oggetto mediante radar, se ne sfrutta il potere riflettente rispetto alle radioonde). Con riferimento all’uso intr. del verbo localizzare, il fatto che un determinato fenomeno si verifichi in una ben determinata porzione di spazio (come capita, per es., per le frange luminose che si hanno in certi casi di interferenza della luce) oppure che determinati corpi occupino posizioni ben definite.