lode
lòde (ant. lòda) s. f. [lat. laus laudis]. – 1. a. Parola, frase, discorso (pronunciato o scritto) con cui si manifesta piena approvazione per l’operato, il comportamento di una persona, o se ne riconoscono i meriti, le qualità; anche l’approvazione in sé, indipendentemente dalle parole con cui si manifesta: l. schietta, sincera, meritata, immeritata; l. sobria, piena, alta, altissima, somma, splendida; giudizio di lode; dire una parola o parole di lode; fare le l. di qualcuno (o, quando sono enfatiche, tesserne le l.); tutti lo ricordano con lode, ne parlano con lode; ricevere, meritare lode; essere degno di lode per qualche cosa; riscuotere l. unanimi; fare una cosa con lode, in modo eccellente, così da meritare le lodi (al contr., senza lode, né male né bene, mediocremente; in questo senso, anche senza infamia e senza lode, con allusione al verso dantesco citato al n. 1 della voce lodo); è un gesto che torna a sua l.; ha agito in modo che non gliene vien certo lode; uomo parco, avaro di lodi, che loda raramente; essere sensibile alle l., compiacersene. Negli esami universitarî e nel conferimento della laurea, la lode è il più alto giudizio di merito: laurearsi con lode; un tempo, nelle scuole medie e nelle elementari, 10 e lode, o anche 10 con lode, il massimo voto assegnato, conservatosi in senso fig., fuori della scuola, come formula di aperta approvazione (sincera o iron.): hai fatto un lavoro perfetto: bravo! dieci e lode! Con riferimento a cose anziché a persone: dare o rendere lode al merito; tutti i giornali hanno parlato con lode di questo spettacolo; l’iniziativa ha riscosso moltissime l. da ogni parte; un’organizzazione perfetta, superiore a ogni lode. b. Al plur., parole, frasi o discorso di celebrazione o di esaltazione, che può esprimere ammirazione sincera, oppure lusinga, adulazione: dire, scrivere, intonare, cantare, celebrare le l. di qualcuno; tributare, innalzare, prodigare lodi a qualcuno; l. eccessive, false, servili, sperticate; essere avido, assetato di lodi, o, al contr., essere indifferente alle lodi. c. Locuz. particolari: in lode, con il fine di lodare: sonetto in l. della donna amata; a tua, sua, vostra l., ecc., in riconoscimento d’un effettivo merito: bisogna dire a sua l. che nessuno avrebbe saputo far meglio di lui; sia l. al vero, sia detto a l. del vero (anche, e più com., a onor del vero), frasi con cui, nel correggere o contraddire un giudizio, o anche nel consentire a un’opinione espressa da altri, si dichiara di voler ristabilire o riconoscere una verità. d. Dare lode a Dio, alla Vergine, ai santi, esaltarne la gloria, o rivolgere ad essi parole di ringraziamento, di benedizione; sia l. a Dio (traduz. del lat. eccles. laus Deo), formula di glorificazione e insieme di gratitudine. Al plur., preghiera o inno di lode: dire, cantare le l. del Signore. Nella liturgia cattolica, l. mattutine, orazioni che costituiscono la seconda ora canonica del breviario, o liturgia delle ore, con struttura simile alle altre ore canoniche; nella liturgia antica chiudevano l’officiatura notturna, attualmente sono considerate, insieme con l’ora di vespro, uno dei due elementi essenziali dell’ufficio quotidiano. 2. letter. Opera, azione, impresa lodevole: E quel che ’n altrui pena Tempo si spende, ... In qualche bella lode, In qualche onesto studio si converta (Petrarca). Oppure, merito, virtù, qualità eccellente: messer Benedetto Varchi ... gli fece poi per memoria delle sue lodi questo sonetto (Vasari). Anticam. significò anche fama, in espressioni come venire in lode, salire in lode, e simili.