loglio
lòglio s. m. [lat. lŏlium, di etimo ignoto, che indicava Lolium temulentum, cioè il loglio cattivo]. – 1. Nome delle varie piante graminacee del genere Lolium, alcune coltivate perché forniscono buon foraggio, altre infestanti; tra le più note: il l. perenne o comune (lat. scient. Lolium perenne), originario del mondo antico, alto circa mezzo metro, con spiga formata da glumette mutiche, e il l. italico (Lolium multiflorum, sinon. italicum), detto anche loietto, loiessa, originario del Mediterraneo, alto fino a un metro, con glumette aristate, entrambe ottime foraggere; il l. cattivo o zizzania o semplicem. loglio (Lolium temulentum), che infesta i campi di cereali, con cariossidi simili a quelle del frumento, ma velenose per la presenza di un micelio fungino che invade la pianta durante lo sviluppo. 2. In senso fig., per ricordo d’una nota parabola evangelica (Matteo 13, 24 segg.), il loglio è assunto spesso a indicare la parte cattiva di un insieme di persone o di cose: distinguere, separare il grano dal l., l’elemento buono da quello cattivo; quando il loglio Si lagnerà che l’arca li sia tolta (Dante), con allusione ai francescani ritenuti degeneri, cioè agli spirituali intransigenti.