luccicare
v. intr. [lat. *lucicare, der. di lux lucis «luce»] (io lùccico, tu lùccichi, ecc.; aus. avere). – Riflettere la luce mandando brevi e frequenti lampi luminosi, come fanno le pietre sfaccettate, il cristallo, la superficie lucida del metallo e di altri oggetti lustri e forbiti, la superficie dell’acqua leggermente increspata, ecc.: una meravigliosa spilla di brillantini luccicava sul suo petto; le pagliuzze d’oro luccicavano al sole; luccicar di spade Come tra nebbia lampi (Leopardi); già luccicavano le prime stelle (meno com., già luccicava il giorno, cominciava a spuntare con le prime luci dell’alba); s’intravvidero alle sue spalle l. i fucili del picchetto di scorta (Bufalino). Anche di persona che abbia indosso cose lucenti: luccicava tutta nel suo abito di lamé; scherz.: come luccichi con le scarpe nuove! Si dice spesso degli occhi, sia per naturale intensità di riflessi, sia per cause particolari che li rendano più luminosi o li inumidiscano: gli occhi del gatto luccicavano nel buio; ha due occhi che luccicano come stelle; gli occhi le luccicavano per la gioia, per la commozione; gli cominciano a l. gli occhi, di chi sta per piangere. ◆ Part. pres. luccicante, anche come agg.: brandendo in aria la lama luccicante (Manzoni); una manciata di luccicanti monete d’oro; occhi luccicanti di gioia, di lacrime. Fig., stile luccicante, letterariamente squisito, che ha come rapidi sprazzi di luce; e così prosa luccicante, immagini luccicanti, e simili.