lucro
s. m. [dal lat. lucrum]. – Guadagno materiale, vantaggio economico. Nell’uso com. ha di solito un senso peggiorativo: l. eccessivo, esorbitante; un turpe l.; avidità di lucro; attività esercitata a scopo o senza scopo di lucro; non fa nulla se non per lucro; considerare la scienza come fonte di lucro; trarre lucro dall’arte. Con sign. più oggettivo in alcune locuz. del linguaggio econ. e giur.: l. dotale (ora abrogato), la quota di dote che il marito, in caso di sua sopravvivenza alla moglie, era autorizzato a trattenere; l. accessorî del nolo, nella pratica dei trasporti marittimi, i componenti accessorî del nolo, in aumento (cappa, diritti d’avaria) o in diminuzione (commissione, senseria, ecc.). In partic., l. cessante (in correlazione a danno emergente), il lucro che il creditore avrebbe potuto trarre se la prestazione del debitore fosse stata regolarmente effettuata, e che, invece, viene meno in conseguenza dell’inadempimento della prestazione stessa; si denomina così anche il guadagno che un soggetto avrebbe potuto ricavare se non avesse subìto le conseguenze dell’attività illecita di un altro soggetto.