lumeggiare
v. tr. [der. di lume] (io luméggio, ecc.). – 1. a. Nel disegno e nella pittura, dare rilievo, mediante colori più chiari, alle parti che devono sembrare più luminose, rendere cioè l’effetto della luce sugli oggetti che ne sono colpiti; in senso più specifico, il verbo (adoperato anche assol.) allude soprattutto alle tecniche eseguite a tale scopo, e cioè l’uso del gessetto nel disegno, della biacca nell’acquerello e dell’oro nelle miniature. In passato il termine si applicava alla pittura delle stampe fatta con colori alla gomma. Analogam., in cartografia, dare il senso del rilievo mediante ombreggiature a sfumo, a tratto, ecc. (v. lumeggiamento). b. fig. Dare rilievo con l’arte della parola: l. una figura, una circostanza, un personaggio o un momento storico. 2. Illuminare, rischiarare: lampi fitti rompevano l’oscurità cresciuta, e lumeggiavano d’un chiarore istantaneo i lunghissimi tetti e gli archi de’ portici (Manzoni). Fig., chiarire, contribuire alla comprensione di qualche cosa: l’assunto di questo libro è di entrare in tal materia solo per quanto occorre a l. una vicenda per sua natura romanzesca (Bacchelli). ◆ Part. pass. lumeggiato, anche come agg.: oggetti lumeggiati in oro; particolare ben lumeggiato.