lungosopravvivente
(lungo-sopravvivente, lungo sopravvivente), s. m. e f. Paziente che riesce a prolungare la durata della propria vita grazie all’uso di terapie efficaci. ◆ I lungo sopravviventi da oltre 10 anni sono circa il 5% dei sieropositivi. In un altro 1% il periodo di latenza del virus si protrae oltre i 15 anni. (Margherita De Bac, Corriere della sera, 27 settembre 2002, p. 14, Cronache) • Ieri, all’Istituto Europeo di Oncologia, non c’erano cuori spezzati. Il dolore della leucemia li ha forse feriti ma non spezzati. Esiste un orribile neologismo tecnico per definirli: «lungo-sopravviventi». Ma loro vorrebbero essere considerati, più semplicemente, «guariti». Senza virgolette: guariti e basta. (Paolo Di Stefano, Corriere della sera, 5 giugno 2004, p. 20, Cronache) • La sfida non è più sopravvivere al tumore, ma vivere con il tumore. Un malato di cancro su due vive oltre cinque anni dalla diagnosi della malattia, tanto che le sue condizioni si trasformano quasi in una degenza infinita. Sono quelli che la medicina chiama lungosopravviventi: oltre 25 milioni di persone in tutto il mondo, di cui un milione e mezzo solo nel nostro Paese, (Repubblica, 27 novembre 2006, Affari & Finanza, p. 17).
Composto dall’agg. lungo, usato come avv. (‘a lungo’), e dal p. pres. e agg. sopravvivente, sul modello di lungodegente.
Già attestato nel Corriere della sera del 13 aprile 1994, p. 12, Cronache, usato come agg.