luppolo
lùppolo s. m. [dal lat. mediev. lupulus, der. del lat. class. lupus «lupo», che in Plinio è nome di un’erba (prob. il luppolo stesso)]. – Erba volubile perenne (Humulus lupulus), della famiglia cannabacee, con fusto rampicante lungo fino a 10 m, che cresce nelle regioni temperate dell’emisfero boreale ed è comune anche in Italia, dal nord fino all’Abruzzo, nelle siepi e nei boschi; è specie dioica: i fiori staminiferi sono disposti in infiorescenze a pannocchia, quelli pistilliferi in brevi infiorescenze ovali (coni), nelle quali i fiori sono nascosti da grandi brattee ovate. La pianta viene largamente coltivata in quanto le infiorescenze femminili (di cui viene appositamente ostacolata la fecondazione) o la polvere formata dai peli ghiandolari che da esse si distacca (luppolina) vengono usate come aromatizzanti nella fabbricazione della birra. I giovani germogli si mangiano come gli asparagi, le foglie sono adoperate come foraggio, i fusti secchi servono per lettiera e per la fabbricazione della carta.