ma-anchista
(ma anchista), s. m. e f. e agg. (iron.) Chi o che tiene conto di qualcosa e del suo esatto contrario. ◆ La candidata dell’aut-aut, Rosy Bindi. Per Arturo Parisi «Rosy è questo, una che sa scegliere, non come Walter Veltroni che è un “ma-anchista”, cioè sta con i poveri ma anche con i ricchi, sta con l’America ma anche con la Russia. Rosy è la più ulivista di tutti i candidati segretari alla guida del Pd». Il ministro della Difesa la sostiene presentandosi alle primarie del 14 ottobre nella lista Bindi in Sardegna. (Giovanna Casadio, Repubblica, 1° ottobre 2007, p. 9, Politica) • «Crozza Italia», versione live, era tornato, esattamente nel giorno delle primarie pd. Circostanza che gli aveva dato il destro per inventare il discorso veltroneggiante del partito ma-anchista: «Stiamo con le donne che sgobbano ma anche con i mariti che le sfruttano, cerchiamo la serenità ma anche la disperazione, siamo con i lavoratori sfruttati ma anche con i padroni che li sfruttano, questa è un’idea nuova ma anche vecchia, potete applaudire ma anche no». (Alessandra Comazzi, Stampa, 30 ottobre 2007, p. 44, Spettacoli) • «Fa spot elettorali seguendo il solito stile “ma anchista”», concorda nella stessa coalizione Loredana De Petris, che si chiede quale delle due anime opposte del Pd prevarrà: i radicali o i Teodem? (Pier Luigi Fornari, Avvenire, 1° aprile 2008, p. 12, Oggi Italia).
Derivato dall’espressione ma anche con l’aggiunta del suffisso -ista.