macchia2
màcchia2 s. f. [uso estens. della voce prec.: l’insieme delle piante forma una chiazza di colore diverso da quello del terreno circostante]. – 1. a. In senso ampio, boscaglia: in folta m. o in un fosso si caccia (Ariosto). È soprattutto com. in alcuni usi fig.: fare qualcosa alla m., farlo di nascosto, clandestinamente; coniare monete alla m.; stampare alla m., senza data e nome dello stampatore ed editore, o con queste indicazioni ma false; in partic., darsi, buttarsi alla m., darsi al brigantaggio, alla vita di bandito, o condurre vita clandestina per motivi politici o militari (durante la seconda guerra mondiale, partecipare all’attività della Resistenza). b. In fitogeografia, boscaglia litoranea sempreverde della regione mediterranea caratterizzata da prevalenza di specie sclerofille, arbustive o arboree con individui allo stato arbustivo, come per es. il mirto, il lentisco, il leccio, e specie lianose come i caprifogli, le clematidi, lo smilace, con un’altezza media di 2-3 m circa. Una distinzione molto comune e di uso empirico, ma scientificamente poco rigorosa, viene fatta tra m. alta, detta a volte m. foresta, rappresentata da boscaglie alte fino a 4-5 m con dominanza di leccio, corbezzolo, a volte anche di sughera, e una m. bassa, con altezza media di 1,5-2 m, costituita di cisti, filliree, ginepri, ecc.; più significativa è la definizione tipologica che tiene conto delle specie dominanti: m. di leccio, m. a corbezzolo ed erica, m. a cisti, m. a ginepri, ecc. 2. Nell’uso tosc., sinon. di siepe viva. 3. Per estens., nome generico dato alle piante che principalmente costituiscono la macchia (per es., al biancospino in Toscana, al lentisco in Basilicata). 4. In ostricoltura, nome dato alle fascine di lentisco private delle foglie, che si immergono nel mare allo scopo di raccogliere le giovani ostriche che vanno a fissarsi sui rami. ◆ Accr. macchióne m. (v.).