macchiaiolo2
macchiaiòlo2 (letter. macchiaiuòlo) s. m. [der. di macchia1, nel sign. che ha in pittura]. – Appartenente al movimento pittorico sorto a Firenze e in Toscana nella seconda metà dell’Ottocento con l’intento di rinnovare il linguaggio artistico italiano, criticandone gli aspetti più legati all’accademismo e propugnando un’arte interessata alla conoscenza diretta della realtà e alla riproduzione dei suoi aspetti più immediati; il termine, usato dapprima in senso spregiativo (sulla Gazzetta del popolo, in occasione della prima mostra del 1861), indica il mezzo espressivo preferito per tradurre il valore soggettivo dell’impressione, cioè la macchia di colore, il chiaroscuro, i toni: esponenti del movimento furono i pittori G. Fattori, V. D’Ancona, G. Abbati, S. Lega, T. Signorini, A. Cecioni, ecc. (alcuni dei quali in contatto con gli impressionisti francesi), i cui soggetti risultano essere per lo più paesaggi, interni, atmosfere, momenti della vita quotidiana, ovvero episodî storici (come le battaglie risorgimentali) còlti però come fatti di cronaca. Con funzione di agg., che è proprio dei macchiaioli: la pittura, la tecnica m.; il gusto m.; il colorismo macchiaiolo.