macrocategoria
s. f. Categoria molto ampia, raggruppamento di tipi diversi. ◆ Dallo studente al libero professionista, dal commerciante al dipendente, dalla coppia di fidanzati alla famiglia numerosa: sono 10 i profili individuati. Dieci macrocategorie nelle quali, con le dovute avvertenze, ciascuno di noi può autocollocarsi. (Repubblica, 16 gennaio 2001, p. 34, Economia) • Macrocategoria che sta tra le due precedenti più estremiste. Chi sceglie l’appartamento vuole avere la certezza di un tetto sotto cui dormire, prendendosi il «gravoso» impegno di preparare ogni tanto da mangiare. (Sofia Assirelli, Quotidiano Nazionale, 19 agosto 2004, p. 39, Giovani tentazioni) • Quando, il mese scorso, Doris Lessing è stata finalmente insignita del Premio Nobel per la letteratura, in molti hanno ipotizzato che tanto ritardo fosse dovuto alla macchia rappresentata – nella sua produzione – dai romanzi di fantascienza pubblicati negli anni compresi fra il 1974 […] e il 1983 […]. I giurati, cioè, si sarebbero fatti condizionare dai pregiudizi da sempre gravanti sulla fantascienza, alla quale si continua a guardare come ad un genere minore, spregiativamente rubricato come para-letteratura. Polemica, questa, che ci permettiamo di definire insulsa, rimandando i lettori alla lapidaria quanto inattaccabile opinione di Oscar Wilde, che individuava due sole macrocategorie di riferimento: i libri ben scritti e quelli scritti male. (Stefano Manferlotti, Mattino, 13 novembre 2007, p. 21, Cultura).
Composto dal confisso macro- aggiunto al s. f. categoria.
Già attestato nella Stampa del 18 giugno 1993, p. 31, Economia (Roberto Ippolito).