magistero
magistèro (letter. magistèrio) s. m. [dal lat. magisterium, der. di magister «maestro1»]. – 1. a. Autorità e opera di maestro; la professione stessa dell’insegnare: darsi al m.; esercitare il m.; riconoscere l’indiscusso m. di uno studioso nel suo settore specialistico; m. proficuo e illuminato. b. Titolo di scuole o facoltà universitarie: Facoltà di m. (o assol. Magistero), denominazione, fino al 1995 (e da allora denominata Facoltà di scienze della formazione), di una facoltà universitaria che rilasciava lauree in materie letterarie, pedagogiche, sociologiche e psicologiche (oltre al diploma di vigilanza scolastica); M. professionale per la donna, nell’ordinamento scolastico anteriore al 1956, scuola che rilasciava diplomi validi per l’insegnamento di economia domestica, merceologia, lavori femminili, ecc., poi trasformatasi in istituto tecnico femminile. c. Insegnamento alto, nobile, autorevole, quasi sempre in senso fig.: l’infallibile m. della Chiesa; il m. della virtù, del bene, dell’esempio; il m. delle scienze e delle arti. d. Abilità, eccellenza, maestria: m. del pennello, dei colori, dello stile; ammiro il suo m. nell’uso della lingua; Ebbe Argante una spada; e ’l fabro egregio L’else e ’l pomo le fe’ gemmato e d’oro, Con m. tal che perde il pregio De la ricca materia appo il lavoro (T. Tasso). 2. In alcuni ordini cavallereschi, carica e ufficio del gran maestro: gran m. dell’Ordine di Malta, dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro. 3. ant. Mezzo artificioso, stratagemma, espediente: il marito s’avvisò di provare un altro m. (Sacchetti). 4. In chimica, termine (propr. «sostanza di virtù maestra») usato in passato per indicare precipitati molto fini ottenuti per doppia decomposizione o per sostituzione dei sali metallici sciolti in acqua o in alcole. In partic., m. di bismuto, v. bismuto; m. di calce, il carbonato di calcio ottenuto per precipitazione dell’acetato di calcio con carbonato potassico; m. di canfora, canfora ottenuta sotto forma di precipitato fioccoso; m. di oppio, lo stesso che morfina; m. di zolfo, lo zolfo precipitato per azione di un acido su un polisolfuro alcalino.