magistrato
s. m. [dal lat. magistratus -us, der. di magister «capo, soprintendente»]. – 1. a. Nel linguaggio amministr., e anche letter., del passato, con sign. generico (che continua quello originario latino), persona, oppure organismo, che ricopre una importante carica pubblica; sinon. quindi di pubblico funzionario. Nel mondo greco, erano magistrati l’arconte, l’eforo, lo stratego, ecc.; nel mondo romano si avevano magistrati ordinarî (eletti ogni anno o a periodi regolari) e straordinarî (previsti per particolari circostanze, come per es. i dittatori, o creati in via eccezionale), e si distinguono m. maggiori (come il console, il pretore, il censore, oltre al dittatore) e m. minori (tra cui l’edile curule e il questore). b. La carica stessa di cui il magistrato (o l’organo collegiale) era investito; magistratura: assumere il m.; deporre il m.; che i grandi di avere la parte negli altri uffici si contentassino, e al popolo il m. de’ Signori ... lasciassero (Machiavelli); molti Romani dall’aratro eran chiamati a’ m. e, deposta la porpora, ritornavano all’aratro (T. Tasso). M. alle acque o delle acque, organo istituito dalla Repubblica di Venezia nella prima metà del sec. 16° con il compito di conservare e mantenere la laguna veneta; attualmente, organo che esercita le funzioni degli ingegneri capi del genio civile in materia di acque pubbliche; m. per il Po, organo istituito nel 1956 con il compito di studiare e predisporre il piano generale per la sistemazione idraulica del Po e di assumere per lo stesso territorio i compiti spettanti al magistrato delle acque. 2. Nell’uso moderno, il termine si è ristretto a indicare chi è investito dell’esercizio di funzioni giurisdizionali: m. ordinario, amministrativo; m. inquirente, giudicante; m. di prima istanza, d’appello; nel linguaggio com. è talvolta sinon. di giudice, impropriam. in quanto non tutti i magistrati sono giudici: rivolgersi al m.; portare una questione davanti al m., iniziare un giudizio. Conserva il sign. tradizionale più ampio nelle espressioni il supremo, o il piu alto, m., qualifiche attribuite al presidente della Repubblica.