magnificenza
magnificènza (ant. magnificènzia) s. f. [dal lat. magnificentia, der. di magnificus «magnifico»]. – 1. a. Naturale disposizione a far cose ammirabili, grandezza nell’operare e nel sentire: la m. di Dio, del Creatore; la tua magnificenza in me custodi (Dante, rivolto a Beatrice: continua a esercitare in me la tua magnificenza, cioè la tua generosità nell’elargire grazie, operando la mia salvazione). Anche, liberalità, generosità che si esplica in atti munifici, con riferimento sia a persone sia a singole azioni e occasioni: la m. del re, dei prìncipi, della corte; la m. del banchetto, dei pubblici festeggiamenti, la loro sontuosità, nella quale si manifesta la munificenza di chi li ha ordinati e ne ha sostenuto le spese. b. Con sign. concr., azione, opera magnifica, generosa: ricordatasi ... della sua magnificenzia ultima, cioè d’avere ucciso un così fatto falcone per onorarla (Boccaccio); anche al plur.: Le sue magnificenze conosciute Saranno ancora (Dante). c. Titolo attribuito un tempo a prìncipi o grandi signori, oggi soltanto, e raram., in lettere o comunicazioni ufficiali, al rettore di un’università (v. magnifico): vostra M.; prego la M. Vostra di ... 2. a. Qualità di ciò che suscita ammirazione stupefatta per grandiosità e bellezza singolare: la m. della natura; la m. di una messinscena. b. concr. Cosa magnifica, cioè molto bella, comoda, sontuosa, in espressioni fam. enfatiche: una giornata, una villa, un romanzo ch’è una m.; ho comperato una poltrona nuova che è una m.; in frasi esclamative: che magnificenza! Al plur., aspetti di rara bellezza: le m. del creato; le m. di Roma.