mail art
(Mail Art) loc. s.le f. inv. Movimento artistico che si realizza nell'invio per posta di materiali come francobolli, cartoline, buste, lettere, pacchi e simili rielaborati artisticamente e indirizzati a uno o più destinatari. ♦ Due lettere identiche, una datata Parigi e una Torino, firmate dalla stessa Gina Pane e contenenti un identico messaggio: «Qui tutto somiglia a lì». Un terzo telegramma, con cui Bernard Auriard invita: «Immaginate neon rosa pallido preoccupazione temporanea». Sono tutte opere d'arte, e rappresentano l'ultimissima scemenza: la «mail art» o arte postale. Convinti che l'arte sia ormai antiarte, e l'opera assenza d'opera, certi artisti giocosi ne avevano già fatte di tutti i colori: Vittor Pisani aveva esposto in galleria soltanto se stesso; Kounellìs aveva esposto alcuni cavalli (molto indisciplinati e sudicioni) , esibito in una mostra unicamente il proprio pappagallo (più mite, ma sboccatissimo) e alla fine radunato dieci ragazzini suonatori di flauto incaricandoli di eseguire, ad una certa ora, un concerto di una sola nota. Al confronto, assicura il critico francese Jean Clair, l'arte postale è molto più impegnativa: «Ormai nessuno si dedica alla corrispondenza, la lettera è divenuta lettera morta», spiega. «Nel momento in cui la gente abbandona il mezzo postale, gli artisti se ne impadroniscono. (Lietta Tornabuoni, Stampa sera, 29 marzo 1972, p. 3, Aggiornatissimo) • [Giovanni] Bianchini è un rappresentante della Mail Art, tendenza internazionale che mette radici nei movimenti Dada e Fluxus e impiega come mezzi espressivi buste e francobolli rielaborati. Lui però si esprime in 3D, creando "sculture nomadi" in materiali poveri, avvolte con il nastro adesivo, che poi spedisce come pacchetti per il mondo, spesso indirizzandole a personaggi potenti e famosi. (Chiara Vanzetto, Corriere della sera, 31 gennaio 2008, Milano, p. 19) • Tutto ciò che circonda la produzione e la distribuzione amatoriale di musica registrata su cassetta è racchiuso nell’espressione cassette culture. Nata alla fine degli anni Settanta, la cassette culture è considerata in parte una diramazione del movimento mail art degli anni Settanta e Ottanta. Il packaging delle cassette era spesso molto creativo, e la distribuzione e la promozione delle cassette avveniva principalmente per posta (o attraverso qualche negozio, come Rough Trade in Inghilterra) e per mezzo delle fanzine. (Jessica Dainese, Manifesto.it, 22 febbraio 2014, Alias) • Enrico Bisenzi, alias Ferry Byte, era il più giovane all'interno di Strano Network, e ne ricorda «la trasversalità e la leggerezza. Mettemmo insieme generazioni diverse e differenti estrazioni culturali, senza porre paletti ideologici. C'era Carla Maltinti che si occupava di musica, Francesca Storai di arte; indagavamo la mail art. Nessuno di noi si nascondeva dietro etichette di comodo, ma fummo capaci di creare una mescolanza virtuosa che sviscerò temi ancora oggi forti, come il copyright e l'open source». (Fulvio Paloscia, Repubblica, 21 agosto 2020, p. 8, Società).
Dall’ingl. mail art (‘arte postale’).