malaria
malària s. f. [da mal’aria, cioè mala aria «aria cattiva, dannosa»]. – Malattia infettiva a carattere endemico e talvolta epidemico, frequente nelle zone tropicali e subtropicali, paludose, causata nell’uomo e in varî animali (mammiferi, uccelli, rettili e anfibî) da sporozoi emosporidi appartenenti al genere plasmodio, e inoculati attraverso la puntura da zanzare infette del genere anofele; l’infezione presenta varie forme che si distinguono soprattutto per la gravità delle lesioni e alterazioni del tessuto sanguigno e di organi interni (milza), nonché per la frequenza e la durata degli attacchi febbrili: m. o terzana benigna, la forma più comune e meno grave, determinata da Plasmodium vivax; m. o terzana maligna o estivo-autunnale o tropicale, o febbre perniciosa, la forma più grave con attacchi ogni due giorni, determinata da Plasmodium falciparum; quartana, con attacchi ogni tre o quattro giorni, causata da Plasmodium malariae.