malgrado
(o 'mal grado') s. m. e avv. [comp. di malo e grado2, propr. «cattivo gradimento»]. – 1. s. m., ant. Dispiacere (scritto con grafia staccata): io riavrò colei che è meritatamente mia, mal grado che voi n’abbiate (Boccaccio). 2. Unito a un agg. possessivo, forma una locuz. avv.: mio, tuo, suo m. (anche, a mio m., ecc.; raro, mal mio grado, ecc.), a mio, tuo, suo dispetto, contro la mia, tua, sua volontà: mio m. dovetti riceverlo e dargli ascolto; fu costretto, suo m., a obbedire. Letter., non com., seguito da un nome di persona al genitivo: Di dare aiuto mal grado di Carlo Al re Agramante (Ariosto). 3. Come locuz. prep., seguito da un sost., ha lo stesso valore di nonostante: m. il cattivo tempo uscimmo; seguito o no da che e da un verbo al congiuntivo, ha valore di cong. concessiva: m. fosse già tardi lo accompagnammo; m. che già ne fosse a conoscenza ascoltò tutta la storia.