malnato
(o 'mal nato') agg. – 1. ant. Nato da genitori umili; di umile condizione sociale: un m. pezzente (D. Bartoli); quindi volgare, villano: Servil gregge malnato (Alfieri); alla m. plebe Perché sempre ti mesci? (Graf). 2. Nato sotto cattiva stella, destinato a cattiva fine, sciagurato: Come cadere il bue suole al macello, Cade il mal nato giovene (Ariosto). La parola ricorre più volte in Dante come agg. e sost., sia con il sign. di nato per sua sventura, e quindi dannato: quando l’anima mal nata Li vien dinanzi, tutta si confessa (Inf. V, 7); dirà ne lo inferno: O mal nati, I0 vidi la speranza de’ beati (Vita nuova XIX); sia con quello, più ampio, di disgraziato: ahi malestrui e malnati (Conv. IV, 27); sia infine con riferimento a imperfezioni fisiche: li cattivi malnati che pongono lo studio loro in azzimare la loro [persona] (Conv. III, 4). 3. Con sign. affine a sciagurato, maledetto, è frequente in frasi e forme interiettive di riprovazione e di esecrazione: gente m.!; m. vagabondi da forca (Bacchelli); la finiranno quei m. di perseguitarci!; taci, malnato! (o malnata!); anche riferito ad animali o cose: smettila di abbaiare, cane m.!; s’era levato quel m. vento che non ci permetteva di camminare; e, in senso fig., ad azioni, comportamenti, atteggiamenti comunque fastidiosi o riprovevoli: non sopporto quel suo m. egoismo; ha una m. diffidenza verso tutti.