malore
malóre s. m. [der. di male2]. – 1. Malessere fisico, per lo più improvviso, che può anche causare perdita di coscienza e, nei casi più gravi, avere esito letale: essere colto da malore, da un improvviso m., da un leggero m., da grave m.; cadde a terra, colpito da malore. 2. ant. o letter. a. Malattia, infermità, stato morboso: per cieco Malor, condotto della vita in forse, Piansi la bella giovanezza (Leopardi); in questi m. non v’è miglior medicina che la quiete ed il riposo (Giannone); ammalato d’un intimo malore (Saba); anche epidemia, contagio: o che natura del m. nol patisse, o che la ignoranza de’ medicanti ... non conoscesse da che si movesse ... pochi ne guarivano (Boccaccio). b. Male, condizione o situazione sfavorevole, negativa, anche in una collettività o società: Tal si giaceva il misero Figliol del fallo primo, Dal dì che un’ineffabile Ira promessa all’imo D’ogni malor gravollo (Manzoni); niun m. è più grave per una nazione della discordia (Rosmini).