malva
s. f. [lat. malva]. – 1. Genere di piante malvacee, con alcune decine di specie, diffuse in genere in luoghi incolti o calpestati, come la m. cretese (lat. scient. Malva cretica), la m. scabra (lat. scient. Malva nicaeensis), la m. domestica (lat. scient. Malva neglecta) e la m. selvatica o semplicem. malva (lat. scient. Malva sylvestris), erba annua o perenne originaria dell’Europa e naturalizzata nel Nord America, i cui fiori e foglie, ricchi di sostanze mucillaginose, possono essere utilizzati nella preparazione di infusi ad azione espettorante e di clisteri: infuso, decotto, impiastro di m.; foglie, fiori di malva. Color m. (o assol. malva, come agg. e s. m., sempre invar.), lilla tendente al rosa, come quello dei fiori di malva. 2. Nome di alcune piante appartenenti a generi diversi: a. M. canapina o canapa selvatica (lat. scient. Althaea cannabina), erba perenne dell’Europa merid. e dell’Asia occid., alta fino a 1,5 m, dal cui fusto si ottengono fibre molto resistenti, più grosse ma più fragili della canapa. b. M. regina, erba annua delle malvacee (Lavatera trimestris), che si coltiva nei giardini mediterranei per i numerosi e grandi fiori a petali rosei, venati di rosso o di bianco. c. M. rosa, o malvarosa, sinon. di malvone. 3. ant. In senso fig., persona spiritualmente fiacca, indifferente o diffidente nei riguardi di novità politiche. ◆ Accr. malvóne (v.).