mammifero
mammìfero agg. e s. m. [comp. del lat. mamma «mammella» e -fero; propr. «fornito di mammelle»]. – Appartenente alla classe dei mammiferi: l’uomo è un m.; la balena è un animale mammifero. Come s. m. pl., mammiferi (lat. scient. Mammalia), classe di vertebrati amnioti omeotermi, diffusi in tutto il mondo nei più svariati ambienti, evolutisi nel triassico dai rettili terapsidi e suddivisi nelle tre sottoclassi dei prototerî, metaterî ed euterî; sono ricoperti di pelle spessa (cute) e ricca di ghiandole sudoripare e sebacee, generalmente provvista di peli, e le femmine sono dotate di ghiandole mammarie secernenti il latte per il nutrimento della prole. Hanno due paia di arti variamente adattati a seconda del modo di locomozione (deambulazione, nuoto, volo); cranio articolato con due condili alla colonna vertebrale, mandibola mobile, dentatura tecodonte più o meno differenziata; orecchio distinto in esterno, medio, interno; cuore suddiviso in due atrî e due ventricoli; circolazione doppia e completa, respirazione polmonare; cavità toracica e cavità addominale separate da un setto completo, muscolo-tendineo (il diaframma). Vivipari, hanno fecondazione interna; l’embrione, tranne che nei monotremi (che depongono uova), si sviluppa nell’utero materno, col quale è in rapporto diretto attraverso la placenta, ma, nei metaterî, lo sviluppo embrionale si completa nel marsupio.