mangia-arbitri
s. m. inv. (scherz.) Dirigente di una società sportiva che è solito accusare gli arbitri di faziosità. ◆ Onorevole [Gianni] Rivera, gli arbitri restano il centro di gravità delle polemiche calcistiche. Lei, che da calciatore era considerato un mangia-arbitri, ci può spiegare che cosa sta accadendo? «Io, dopo un Cagliari-Milan tumultuoso, sparai a zero sull’arbitro, quello di Parma...». [Alberto] Michelotti. «Giusto, Michelotti. Fui squalificato per due mesi e mezzo ma il problema non era lui in particolare. Si era creata una situazione molto più generalizzata». (Alberto Costa, Corriere della sera, 15 febbraio 2000, p. 43, Sport) • Mangia-arbitri per giunta: a Bergamo [Roberto Mancini] disse, più o meno, che se i tifosi avessero invaso, li avrebbe capiti. (Giancarlo Laurenzi, Stampa, 28 febbraio 2001, p. 29, Sport) • [tit.] L’ira funesta di Preziosi / il nuovo mangia-arbitri [testo] [...] Sulla scena del calcio italiano irrompe Enrico Preziosi, presidente del Como, dimostrando da subito di possedere una statura polemica degna dei più fulgidi esempi nazionali di mangia-arbitri. (Repubblica, 11 novembre 2002, p. 39, Sport).
Composto dal v. tr. mangiare e dal s. m. arbitro.
Già attestato nella Repubblica del 23 marzo 1989, p. 33, Sport (Gianni Mura).