mangiapartiti
(mangia-partiti), agg. inv. (scherz.) Che tende a prendere il sopravvento sugli altri partiti. ◆ Lei sarà invitata all’assemblea costituente della Margherita a luglio: andrà a dire queste cose? «Lei mi conosce da tempo. Ha qualche dubbio? Ho mai detto cose diverse da quelle in cui credo profondamente? Dirò “no” ad una Margherita mangiapartiti, “sì” alla federazione» [Rosa Russo Jervolino intervistata da Amedeo La Mattina]. (Stampa, 29 maggio 2001, p. 8, Interno) • [tit.] [Ersilia] Salvato, sindaco mangia-partiti / destra e sinistra unite per cacciarla (Repubblica, 4 agosto 2003, p. 19, Politica) • da quando i partiti esistono il loro numero viene ridotto dai sistemi elettorali, non dalla nascita di un nuovo partito che se li mangia. [Romano] Prodi si è messo in testa, invece, di risolvere il problema con un partito «mangia-partiti », con un partito-pitone. Ma, se così, a me sembra un controsenso che il progetto aggreghi soltanto due su circa dodici partiti. (Giovanni Sartori, Corriere della sera, 16 giugno 2007, p. 1, Prima pagina).
Composto dal v. tr. mangiare e dal s. m. partito.
Già attestato nella Repubblica del 30 dicembre 1992, p. 15, Politica (Franco Vernice).