mantide
màntide s. f. [lat. scient. Mantis, dal gr. μάντις -εως (ma è attestato anche un plur. μάντιδες), propr. «indovino, profeta», esteso a indicare l’insetto per il suo caratteristico atteggiamento]. – Nome delle varie specie di insetti del genere Mantis dell’ordine mantoidei, che vivono nei prati, sui cespugli o sugli alberi, e stanno col protorace eretto, in un atteggiamento che ricorda quello di una persona che prega: sono insetti a metamorfosi incompleta, di grosse o medie dimensioni, con forme snelle, corpo depresso, capo mobile, ali per lo più bene sviluppate e zampe del primo paio trasformate in organi di presa caratteristici; sono tutti carnivori, e hanno apparato boccale masticatore. Comuni, in Italia, la mantide religiosa (Mantis religiosa), lunga 5 o 6 cm di color verde chiaro e, nelle zone tropicali, alcune specie che presentano spiccati fenomeni di mimetismo criptico. ◆ Con riferimento all’abitudine della mantide religiosa di sopprimere il maschio dopo l’accoppiamento sessuale, il nome di mantide è talora attribuito, in cronache giudiziarie, a donna imputata di avere ucciso il marito (o l’amante, o il convivente), non per gelosia o per altro impulso passionale o emotivo, ma con fredda e cinica determinazione, e senza provarne poi alcun rimorso o pentimento.