marcio
màrcio agg. e s. m. [der. del lat. marcere «marcire»] (pl. f. -ce). – 1. agg. a. Che si sta decomponendo o putrefacendo, detto di sostanza organica: carne, frutta m.; pesce, formaggio m.; l’acqua marcia Che ’l ventre innanzi a li occhi sì t’assiepa (Dante, con riferimento a mastro Adamo, idropico). b. Nel linguaggio pop., detto di parte del corpo in cui si presenti suppurazione, o che sia comunque colpita da processi degenerativi: avere le tonsille m., i denti m.; avere i polmoni m., essere tisico. Da questo, e dal prec. sign., la locuz. verde marcio, tonalità di verde scuro, opaco. c. Per estens., di materiale che si va corrompendo o disfacendo a causa dell’umidità, dell’azione dell’acqua o degli agenti atmosferici: i muri sono tutti m.; legname m.; pietra, roccia m.; il tubo di gomma è ormai marcio. 2. agg., fig. a. Guasto moralmente, degenerato, corrotto: avere il cuore, il cervello m.; un individuo m.; è un uomo m. fino all’osso; una società m., una classe politica m.; e determinando, essere m. di lascivia, di vanità; in senso fig. anche i prov. una mela m. ne guasta cento, e una pecora m. ne guasta (o ne infetta) un branco. b. Con valore intens. e tono fortemente spreg. (cfr. analoghi usi di fradicio e mézzo) nelle locuz. del linguaggio fam.: avere torto m.; a tuo m. dispetto (meno com. a m. forza). Talora con funzione genericam. rafforzativa, spec. unito a un altro agg.: essere innamorato m., ubriaco m.; l’avrebbero fatto consigliere comunale, se don Silvestro, il segretario, il quale la sapeva lunga, non avesse predicato che era un codino m., un reazionario (Verga). 3. s. m. a. La parte marcia, guasta: tagliare il m.; mangiare il buono e buttar via il marcio; anche con riferimento a qualità che caratterizzano la parte marcia: odorare, sapere di m.; odore, sapore di marcio. b. Materia purulenta, pus (v. anche marcia1): togliere il m. dalla piaga. c. fig. Corruzione, depravazione morale: avere il m. nel cuore, nell’animo, nel cervello; spesso con riferimento ad attività pratiche, alla vita pubblica, a rapporti d’affari, in cui si avverta una situazione di disonestà, di rapporti oscuri, di manovre losche: vedere, trovare, eliminare il m.; c’è del m. in tutta questa faccenda!; con questo stesso sign. è talora citata la frase, ormai prov., c’è del m. in Danimarca, dell’Amleto di W. Shakespeare (a. I, sc. 4, v. 90; in ingl. something is rotten in the state of Denmark).