maresciallo
s. m. [dal fr. maréchal, che è il lat. mediev. mariscalcus, dal franco *marhskalk: v. maniscalco]. – 1. a. In origine, titolo (corrispondente al lat. comes stabuli: v. conestabile) del governatore delle scuderie regie, quindi denominazione di alti dignitarî di corte nei regni barbarici. b. Grado supremo delle gerarchie militari in alcune nazioni: m. d’Italia, m. dell’esercito, titoli e gradi dell’epoca fascista; bastone di m., insegna del grado; in senso fig., ottenere il bastone di m., giungere al vertice di una carriera. c. M. del conclave, dignitario laico della corte pontificia, che ha la custodia del conclave. 2. Denominazione generica dell’ordine più elevato nella gerarchia militare dei sottufficiali, cui sono devolute particolari mansioni d’ufficio (e può essere assegnato, sul piano operativo, il comando di un plotone o un incarico equipollente); nell’esercito è diviso in quattro gradi: maresciallo, m. ordinario, m. capo e 1° maresciallo (con la qualifica massima di 1° maresciallo luogotenente), che corrispondono, nell’aeronautica, a maresciallo di 3a, di 2a, di 1a classe e 1° maresciallo (con la qualifica massima di 1° maresciallo luogotenente), e nella marina a capo di 3a, di 2a, di 1a classe e 1° maresciallo (con la qualifica massima di 1° maresciallo luogotenente). Con una ristrutturazione del 1995 sono state attribuite maggiori e più qualificate funzioni addestrative, tecniche e operative ai marescialli in genere, mentre al quarto grado di 1° maresciallo sono state devolute funzioni tecnico-operative di indirizzo e di coordinamento presso enti o unità, con piena responsabilità dell’attività svolta, oltre che di diretta collaborazione con i superiori gerarchici che possono sostituire in caso di necessità. Nelle forze di polizia non militarizzate il grado di maresciallo corrisponde a quello di ispettore.