margheritone
(Margheritone), s. m. (iron.) Versione allargata e onnicomprensiva dell’aggregazione politica della Margherita; chi fa parte dell’aggregazione politica della Margherita. ◆ il triste salottino bipartisan di Michele Cucuzza, il cui pezzo forte era un dibattito fra il forzista [Renato] Schifani e il margheritone [Willer] Bordon, vivace come una partita a tennis fra palleggiatori da fondo. (Massimo Gramellini, Stampa, 11 novembre 2001, p. 5, Interno) • Tornando a [Giuliano] Amato, accanto alle critiche arriva anche una possibile soluzione concreta: «[…] La sinistra riformista non può diventare un margheritone. La Margherita fa bene il suo lavoro, ma non può assorbire i Ds e le altre tradizioni di sinistra. C’è bisogno per questo di una sinistra forte vicino alla Margherita». (Marco Galluzzo, Corriere della sera, 7 settembre 2002, p. 11, In primo piano) • Il «Margheritone» no. Lo chiama così, il Partito democratico. E non è un complimento. Dopo lo scontro con le fassiniane, Gabriella Ercolini (mozione Zani-Angius) per ora non si dimette da coordinatrice delle donne Ds. La lettera d’addio in cui descrive la «delegittimazione subita per aver aderito a una mozione diversa» resta nel cassetto. Ma è un ben altro addio a farla meditare. «I Ds con tutti i loro difetti sono per me il miglior partito possibile. Se il Pd dovesse tradire il profilo laico e inclusivo della sinistra italiana io non ci starei sempre e comunque» dice. (Andrea Chiarini, Repubblica, 14 febbraio 2007, Bologna, p. V).
Derivato dal nome proprio Margherita con l’aggiunta del suffisso -one.