maroniano
s. m. e agg. Sostenitore di Roberto Maroni; di Roberto Maroni. ◆ Replica infatti Maroni: «[Carlo Azeglio] Ciampi non ha toccato questi argomenti. E tale comportamento dimostra che gli è bastato leggere i giornali di questi giorni per capire la nostra posizione». Il sottinteso maroniano sarebbe quindi: la metamorfosi della Lega risulta ormai certificata al più alto livello, possiamo aspirare a responsabilità in un futuro esecutivo. (Marzio Breda, Corriere della sera, 10 marzo 2000, p. 9, Politica) • L’altro ieri, il «calderoliano» [Massimo] Ferrario aveva sostituito il «maroniano» [Antonio] Marano. (Stefano Munafò, .com, 25 febbraio 2006, p. 1, Prima pagina) • ha prevalso ancora una volta la coriacea resistenza della Lega Nord, che ha tenuto duro e alla fine l’ha spuntata. Per la precisione, più che una vittoria della Lega in senso stretto si tratta di un successo dei «maroniani», ovvero del gruppo di leghisti vicini al ministro dell’Interno (già ministro del Welfare) Bobo Maroni. Di questo gruppo faceva parte l’ex-presidente Inps Giampaolo Sassi e anche il neopresidente Inail Marco Fabio Sartori. (Roberto Giovannini, Stampa, 4 luglio 2008, p. 27, Economia).
Derivato dal nome proprio (Roberto) Maroni con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.
Già attestato nella Stampa del 6 settembre 1993, p. 8, Interno (Stefano Marroni).